Sanremo, meglio accorciarlo il Festival

Proponiamo di ridurre almeno di una serata una finta gara che, in nome dell’Auditel, è imbottita di scurrilità e volgarità. Aspettando le nuove sternazioni del "profeta della via Gluck"

17/02/2012
Gianni Morandi e Lucio Dalla al Festival di Sanremo (foto Ansa).
Gianni Morandi e Lucio Dalla al Festival di Sanremo (foto Ansa).

Un’ordalia”. Sintetica ma efficace la definizione del Festival di Lucio Dalla, ripescato in extremis insieme a Loredana Bertè e Gigi D’Alessio, mentre la splendida esibizione di Irene Fornaciari insieme all’incredibile chitarrista dei Queen, nella serata “Viva l’Italia”, e la bella canzone di Van De Sfross in gara venivano punite con l’eliminazione. Gli altri eliminati, i Marlene Kuntz, sono stati invece insigniti con un premio di consolazione assegnato dalla sala stampa per la loro esibizione con Patti Smith, una leggenda del rock-punk americano.

Questa in sintesi la cronaca della serata dedicata alle canzoni italiane che hanno avuto successo nel mondo. Finalmente una serata piacevole, senza volgarità e con un Rocco Papaleo che, dopo un esordio in balia degli autori del Festival, sì è affrancato tornando a essere quell’attore intelligente e caustico conosciuto a teatro e al cinema. Memorabile una battuta pronunciata fuori onda: “Ringraziamo Celentano per aver ospitato il Festival di Sanremo”. Successo (ma non trionfo d’ascolti) per una serata che s’è conclusa attorno alla una e trenta di notte.

La terza serata è corsa via veloce: ma è lapalissiano che quando si ascoltano canzoni che tutti abbiamo canticchiato nella vita l’ascolto diventa coinvolgente e piacevole, ma ciò sottolinea ancora una volta come le canzoni nuove abbiano la necessità di essere ascoltate almeno due volte prima del giudizio finale. E ciò non è avvenuto a causa di quel black-out di un’ora e più occupato dalle farneticazioni dell’Intoccabile. Vedendo il bicchiere mezzo pieno, però, la Rai, resa impotente da un contratto firmato con troppa disinvoltura, si è resa conto che il Festival può benissimo realizzarselo da sola, senza orpelli di direttori artistici, capricci di conduttori, esigenze assurde di manager-padroni.

E soprattutto pensare di ridurre almeno di una serata una finta gara che, in nome dell’Auditel, imbottisce il panino di scurrilità e di volgarità. I media forse lo chiameranno “risparmio”, io lo definirei legittima difesa. E pensare che Morandi, sino al momento di farsi plagiare da Mazzi e Celentano, aveva lavorato bene, tanto che quasi tutte le canzoni in gara non erano della tipologia festivaliera “cuore-amore”, ma affrontavano problemi della vita reale, temi sociali. Insomma, un’occasione persa.

Intanto, Celentano dopo aver annunciato una conferenza stampa per incontrare i giornalisti l’ha subito annullata. Ora si sta cercando di organizzare un'intervista di Giovanni Floris al Molleggiato, forse addirittura sul palco del Teatro Ariston. Il "profeta della via Gluck" si sarà reso conto di quel che ha provocato, o forse era proprio quello che, come sempre voleva? Certo che con la Rai ha chiuso, a Mediaset non ne vogliono neanche sentir parlare. Gli restano i fumetti già realizzati da Milo Manara per Sky. Ma quelli hanno un vantaggio. Sono muti.

Stasera si sceglie il vincitore tra i giovani. Non azzardo pronostici, ma è talmente evidente la qualità in campo che riducono a un ragazzo e una ragazza la probabilità di vittoria. Gli ascolti di ieri sera, nonostante il buon esito della serata, sono inferiori alla terza serata di un anno fa; prima parte 12milioni 770 contro i 15 milioni 398 del 2011. Seconda parte. Quest’anno 6milioni 533 mila, un anno fa 7 milioni 529. Vorrà pur dire qualcosa.

Gigi Vesigna
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