La fiera della fotografia, tra arte e mercato

     Un universo denso di poesia e di verità, ritratti straordinari in cui il fascino della forma espressiva e artistica si lega alla firma di registi sia celebri sia  emergenti. Al Superstudio Più di Milano (via Tortona 27) da oggi fino a domenica 6 maggio apre al pubblico la seconda edizione di Mia -  Milan Image Art Fair, mostra-mercato di fotografia e video nata da un’idea del collezionista Fabio Castelli.

     Gli espositori, tutti invitati a presentare un unico artista in mostre monografiche con relativo catalogo, sono 268, il 15 per cento in più rispetto alla prima edizione dello scorso anno visitata da 15 mila persone. Un successo di pubbblico, soprattutto di collezionisti neofiti, molto giovani.

     Lungo il percorso espositivo, composto da stand di gallerie, foto-laboratori ed editori specializzati, si incontrano cultori della fotografia d’autore e dei mostri sacri del Novecento, da August Sander, maestro della foto-documento, Ad Albert Watson celebre per i suoi ritratti.

     Si trovano poi sezioni a tema, come quello sulla fotografia di moda con scatti di Herb Ritts, Ugo Mulas o Alfa Castaldi che ha messo a fuoco la società nella Milano anni Cinquanta. Si possono ammirare anche opere di Andy Warhol, Gabriele Basilico, Ferdinando Scianna, David LaChapelle, William Klein, Michel Comte.

     Elliott Erwitt, invece, celebre per i suoi ritratti di cani dalle espressioni buffe e di bimbi dalle pose tenere, è protagonista della mostra Fifty kids, una raccolta di immagini in vendita per raccogliere fondi che serviranno a costruire nuovi ambulatori nell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino.

     Altra iniziativa speciale è il tributo a Gianfranco Chiavacci, fotografo pistoiese (1936-2011), maestro concettuale della ripresa in movimento. Due, infine, i riconoscimenti: il premio Ferrarelle, assegnato a Nicola Bortolussi per aver saputo evocare nelle sue immagini la bellezza un po’ misteriosa dei viaggi, e il premio Bnl - Gruppo Bnp Paribas, vinto da Ohad Matalon per l’attualità dei temi e la poesia presenti in tutta la sua opera.