26/10/2012
Il padiglione di accesso agli scavi dell'Artemision di Siracusa visto da piazza Minerva. Progetto di Vincenzo Latina, premiato con la Medaglia d'oro all'Architettura 2012.
Vincenzo Latina, nativo di Floridia (Siracusa), quando era ragazzo passava spesso nel cuore dell’isola di Ortigia, su cui sorge la parte più antica della città di Siracusa. A quel tempo, era una zona desolata, con demolizioni interrotte perché lì sotto affioravano resti di templi. A distanza di venticinque anni, per aver costruito il Padiglione d’accesso agli scavi dell’Artemision di Siracusa, non solo è riuscito a realizzare il suo sogno di studente sviluppando la sua tesi di laurea, ma ha vinto la Medaglia d’oro all’Architettura 2012, un riconoscimento con cui ogni tre anni la Triennale di Milano premia l’intelligenza ambientale e la capacità d’innovazione tecnologica di un progetto.
Latina è stato scelto tra 350 progetti grazie a una piccola opera, che si inserisce in un contesto storico tra i più fragili e che risolve un’ampia area dell’Ortigia. La giuria, composta da Ennio Brion, Cecilia Bolognesi, Ole Bouman, Alberto Ferlenga, Massimiliano Fuksas, Fulvio Irace, Luca Molinari, ha premiato Latina perché «è riuscito a trasformare un frammento archeologico in opera contemporanea in un centro storico, superando le difficoltà che si incontrano lavorando al Sud e con le sovrintendenze». L’edificio, costruito su isolatori sismici, se un giorno si decidesse di spostare non intaccherebbe il sito archeologico. Il riconoscimento all’architetto Latina conferma quanto la grandezza di un progetto non dipenda dalle sue dimensioni.
Torre di controllo di Marina di Ragusa. Progetto di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo.
Oltre all’oro per l’opera, ai premi speciali (all’opera
prima, alla committenza pubblica e privata, all’impiego del
legno) e a sei menzioni d’onore, la Triennale di
Milano ha assegnato le medaglie d’oro alla carriera a tre
progettisti che fanno la storia dell’architettura italiana
come Gae Aulenti, Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Vittorio
Gregotti.
Alla Aulenti viene riconosciuta la versalità nella
sua lunghissima carriera. Da ricordare i musei da lei
progettati negli anni Ottanta: da quello della Gare
d’Orsay a quello d'arte moderna al Centre Pompidou, entrambi
a Parigi; da Palazzo Grassi a Venezia al museo d'Arte
orientale a San Francisco. Il tributo a Vittorio
Gregotti è per i suoi progetti, ultimo quello delle aree
Pirelli alla Bicocca, ma anche per la sua attività
intellettuale, teorica e critica.
La scelta di Maria Grasso Cannizzo punta
invece sull'architettura contemporanea. "È un’autrice di
piccoli miracoli di superbia e umiltà" ha commentato Fulvio
Irace, professore di Storia dell’architettura al Politecnico
di Milano e uno dei sette giurati del
premio. Poco presenzialista agli eventi,
l'architetto di Vittoria (Ragusa) è invece
molto disponibile nel suo territorio, la Sicilia, dove
è riuscita a sfidare l’abusivismo. Ne è un esempio
la torre di controllo del porto turistico a Marina di
Ragusa. Una struttura caratterizzata su tre volumi
sovrapposti sfalsata: l’ha realizzata superando difficoltà
legate al luogo, al volume, all’altezza, al budget.
Anche nelle sue piccole opere, come la casa per vacanze a
Noto e quella unifamiliare a Ragusa riesce a raggiungere una
straordinaria intensità.
In Triennale, fino al 18 di novembre, sono in mostra i
progetti vincitori e finalisti della medaglia d'oro
all'Architettura italiana. L'esposizione, il cui
allestimento è curato dagli architetti Antonio
Citterio e Patricia Viel, è suddivisa in
tre aree.
Ginevra Petrolo