14/06/2013
Patricia Rooney Mara, nei panni di Lisbeth Salander, hacker affetta dalla sindrone di Asperger nella trasposizione cinematografica della serie "Millennium"
Non è un festival sull'autismo ma una rassegna cinematografica vera a propria, fatta da persone affette da autismo. «Come in qualunque altro Festival - spiegano gli organizzatori - sono previste proiezioni, incontri ospiti, una giuria, dei premi. Insomma, un festival uguale agli altri. Però diverso!». Già, perché la peculiarità dell'AS Filmfest, alla sua prima edizione, è proprio questa: l'idea e l'organizzazione sono nate e gestite da quattro ragazzi universitari under 25 con sindrome di Asperger coordinati da Giuseppe Cacace. E l'importante cornice della manifestazione, il MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma, non fa altro che conferire ulteriore credibilità e valore all'evento.
D'altronde la sindrome di Asperger, per quanto ancora poco nota in Italia, ha avuto dei "rappresentanti" illustri tanto al cinema quanto in Tv come la hacker Lisbeth Salander della serie "Millennium" creata da Stieg Larsson o l'investigatore del telefilm "Monk" (ciclicamente in onda su Rete 4). Ma anche in "Parenthood", "Boston legal", "The big bang theory" e "Grey's anatomy", questa forma di autismo ha trovato spazio raccontando uno spaccato di realtà ignorata dai più.
La qualità, la varietà e il taglio dei corti presentati, italiani e stranieri, non ha davvero nulla da invidiare ad altri Festival con maggiore storia alle spalle. Due le sezioni intorno alle quali si articola la giornata: "Ragionevolmente differenti" e "Punti di vista". La chiusura spetta alla proiezione del lungometraggio biografico "Temple Grandin - Una donna straordinaria" diretto da Mick Jackson: il ruolo di protagonista spetta a Claire Danes (già vista nella fortunatissima serie "Homeland") nei panni della celebre zoologa, professoressa presso l'università statale del Colorado, affetta da autismo che ha rivoluzionato le pratiche per il trattamento degli animali negli allevamenti di bestiame oltre ad aver progetto la cosiddetta macchina degli abbracci, uno strumento che per il suo ed altri casi simili si dimostrò avere notevoli effetti calmanti.
In mezzo una carrellata di racconti: tra gli italiani, "Come vedo io" (di Dora e Maurizio Di Lorenzo) parla di come la difficoltà di esprimersi a parole trovi una via alternativa ed efficace nelle fotografie; "Patatone story" (di Davide Cattaneo) segue le imprese di un personaggio animato buffo, nero, capace di capire e farsi capire dai bambini; grazie alla tecnica dello stop-motion ha preso forma "Benemalebene" (di Federico Valente e Mario Cristina) su due peluche che combattono un nemico arrivato dal cielo. Ma la lista è lunga: ci sono "Colours" (di Giuliano Garofalo), "Dreaming Apecar" (di Dario Leone), "Pollicino" (di Cristiano Anania), "I Tweet" (di Mario Parruccini), "Emilio" (di Angelo Cretella), "Matilde" (di Vito Palmieri), "Cargo" (di Carlo Sironi) e "Io non parlo mai" (di Raffaele Salvaggiola). Qui il programma completo.
Alberto Picci