«Vi spieghiamo cos'è la bellezza»

Il regista Gabiele Vacis ha lavorato con 300 ragazzi piemontesi sull'idea di bello. Scoprendo un insospettabile amore per la vita: come dimostra lo spettacolo che ne è nato.

09/04/2013
Gabriele Vacis con i ragazzi del progetto-spettacolo "La bellezza salvata dai ragazzini".
Gabriele Vacis con i ragazzi del progetto-spettacolo "La bellezza salvata dai ragazzini".

No, a chiamarla ‘generazione perduta’ o, peggio, ‘generazione di perdenti’ non ci sta. Lo dimostra nel suo ultimo spettacolo. La bellezza salvata dai ragazzini: ecco il titolo della pièce teatrale del regista Gabriele Vacis, in programma alle Fonderie Limone di Moncalieri (Torino) dal 9 al 14 aprile. Ed è lo stesso Vacis a raccontarci il progetto durante una pausa delle prove.

Qual è l’identikit della generazione che emerge dal tuo nuovo spettacolo?
«Una generazione che ama la vita e ha voglia di futuro. Ho lavorato con ragazzi di età compresa dai 14 ai 27 anni. Certo, non si nascondono le difficoltà del momento, sono consapevoli di essere cresciuti nella cosiddetta bambagia, ma non rinunciano a mettersi in gioco. Reclamano il diritto di vivere in pieno la loro giovinezza».

La tua rappresentazione è molto diversa da quella che ci comunicano i media?
«Sono stato per un anno a fianco di questi ragazzi, parlando, dialogando. Ho cercato di conoscere il loro quotidiano e da qui sono partito per scrivere e realizzare lo spettacolo. I media tendono a fornire un’immagine stereotipata, di comodo. Il messaggio che giunge dalla tv è: “Ragazzi, state a casa, non c’è niente da fare”. E, invece, c’è da scoprire e vivere la bellezza».

Veniamo, dunque, alla Bellezza salvata dai ragazzini.
«Il progetto ha coinvolto 300 ragazzi di tutto il Piemonte. Ragazzi diversi per estrazione sociale, scuola, città, quartieri. Si va dagli studenti dei licei classici a quelli seguiti dai Cnos (Centri nazionale opere salesiane), in particolare dalla struttura di questa organizzazione impegnata contro la piaga dell’abbandono scolastico. Il progetto è cinematografico e teatrale insieme. Con i ragazzi abbiamo realizzato una serie di video, nei quali ciascuno racconta la sua esperienza di bellezza».

Che idea hanno della bellezza?
«Io non ho chiesto idee, opinioni, ma esperienze. Ne è uscito un quadro straordinario. La bellezza di una gita, la bellezza di una festa di compleanno, la bellezza di un paesaggio al tramonto, la bellezza anche di un quartiere degradato: lì c’è il tuo vissuto, la tua famiglia, i tuoi amici».

I ragazzi durante le prove dello spettacolo.
I ragazzi durante le prove dello spettacolo.

La bellezza come motore di sentimenti, dunque?
«Proprio così. Questi ragazzi vedono le brutture del mondo che ci circonda, ma attraverso l’occhio della giovinezza sanno guardare oltre e tirare fuori le emozioni. Inoltre, ci tengo a sottolineare un altro aspetto. Molti di loro hanno messo in risalto la bellezza della vecchiaia e della morte. Numerosi ragazzi hanno parlato dei loro nonni. Per le nuove generazioni i nonni sono una figura di riferimento a volte più solida dei genitori. La perdita dei nonni è un vuoto incolmabile, ma il loro insegnamento, la loro eredità morale rende bello e indimenticabile il momento dell’addio».

E il rapporto con l’aspetto più edonistico della bellezza?
«Anche qui la televisione ci propina un’immagine distorta. Non è vero che tutte le ragazze desiderano essere come le Veline e i ragazzi come i calciatori. Nei giovani ho riscontrato c’è molta autoironia».

C’è differenza tra i maschi e le femmine?
«Come ho detto, io mi sono misurato con le esperienze di vita vissuta. Ebbene, i ragazzi erano meno restii delle ragazze a parlare della bellezza dell’innamoramento e anche questo denota una sensibilità lontana dai beceri canoni del machismo».

Un anno in giro per il Piemonte, trecento ragazzi coinvolti, cinema e teatro. Ora lo spettacolo: come sarà?

«È uno sorpresa. Posso solo fare alcune anticipazioni. Sarà basato sull’azione teatrale e vedrà protagonisti 50 dei ragazzi coinvolti nel progetto. Vi saranno anche apporti video, ma il cuore rimane il palcoscenico. In conclusione desidero citare la frase di una ragazza che è stata la molla per scrivere lo spettacolo: “La bellezza è essere presenti a se stessi”».

Dove & Quando
La bellezza salvata dai ragazzini Regia di Gabriele Vacis Fonderia Limone Moncalieri (Torino) Dal 9 al 14 aprile 2013 A cura del Teatro Stabile di Torino/Regione Piemonte in collaborazione con le città di Alessandria, Vercelli, Novara e il progetto Futuri Creativi della Città di Moncalieri in partenariato con le Città di Collegno, Rivoli e Grugliasco. www.teatrostabiletorino.it

Giorgio Trichilo
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