18/03/2011
Milva in un momento dello spettacolo "La variante di Lüneburg".
«Quale amore o compassione si può provare per un pezzo di scacchi sacrificato al gioco?». Dalla risposta a questa domanda si sviluppa la densa, drammatica, sconvolgente trama di uno dei romanzi del recente passato che più ha conquistato il pubblico: La variante di Lüneburg del goriziano Paolo Maurensig. Metafora della lotta fra bene e male, fra ragione e follia, il romanzo è uno dei più intensi contributi alla memoria dell’olocausto.
Valter Sivilotti ne ha tratto una “fabula in musica” con l’adesione entusiasta dell’autore. Ed ancora più grande è stata la partecipazione, artistica e civile, dell’attore Walter Mramor e di Milva. Ne è nato uno spettacolo bellissimo, già applaudito con commozione in 60 piazze italiane, che dal 20 al 23 marzo torna al Piccolo Teatro di Milano (www.piccoloteatro.org). E segna il ritorno della stessa Milva sul palcoscenico che l’ha vista protagonista di tante avventure artistiche, dopo la malattia dello scorso anno. «Milva ha voluto questo ritorno, crede in questo testo, in questo impegno civile con uno slancio, una generosità…sorprendenti», dicono i suoi compagni di viaggio, Sivilotti e Mramor.
Ma cosa è la Fabula? Un racconto, scandito da melodie di grande fascino intonate dalla cantante e dal coro e contrappuntato dalla narrazione dell’attore in una scenografia scarna. «Milva - continua Mramor - non solo ha ripreso le prove con una forza stroardinaria, ma ha chiesto a Sivilotti di comporre una decima canzone per questo ritorno: lei che quando è stata contattata per la prima volta, non ha avuto esitazione ad accettare la sfida. Quanti altri grandi artisti lo avrebbero fatto?».
In ogni piazza, spiega poi Sivilotti, il Coro che canta è un coro nuovo, locale. Al Piccolo sarà l’ “Ensemble Magnificat” di Caravaggio. Ed anche questo è un modo per fare condividere l’intensità del soggetto a quante più persone possibile.
Giorgio Vitali