Capolavori in Tv: "Il vento fa il suo giro"

Il film di Giorgio Diritti su Rai 1 alle ore 1,55 di sabato 5 maggio. Racconta la storia di un pastore francese che arriva con la moglie e i tre figli in alta Val Maira, in Piemonte.

04/05/2012

Arriva su Rai 1 (ore 1,55 di sabato 5 maggio) “Il vento fa il suo giro”, un piccolo capolavoro che, come capita alle pellicole di qualità, viene trasmesso a notte fonda, ma vale la pena registrarlo perché è pura poesia e fa riflettere. A firmare la pellicola sono il regista Giorgio Diritti e lo sceneggiatore Fredo Valla, cresciuti entrambi alla scuola del maestro Ermanno Olmi.

Il film racconta di un pastore francese che arriva con la moglie e i tre figli in un paesino dell'Alta Val Maira, in provincia di Cuneo. È un ex professore di francese che ha scelto di vivere in montagna e di dedicarsi alla produzione di formaggi. L'accoglienza iniziale da parte dei pochi abitanti del paese si trasforma presto in diffidenza e infine in ostilità. Difficile per la gente del posto accettare l'idea che uno straniero possa riuscire dove loro hanno fallito.

La pellicola racconta la vita nella valle, ripresa nell'arco delle quattro stagioni, con grande lirismo, e affronta anche temi significativi, come lo spopolamento delle montagne (il sindaco stesso vive a Torino e torna al paese solo in vacanza), la resistenza ad accettare lo straniero e la chiusura delle piccole comunità. Le difficoltà dell'allevamento sono raccontate in maniera realistica così come il triste ridursi di molti paesi alpini ad agglomerati di seconde case. Mantenere una scuola o un ufficio postale, per non parlare di un ospedale, nel proprio Comune, è una dura battaglia.

Ci dimentichiamo spesso che la maggior parte dei comuni italiani è classificata come montana, il 52% degli 8.101 comuni: di questi, 655 sono parzialmente montani e i rimanenti 3.546 totalmente montani. Montagna e collina occupano il 74% del territorio nazionale. Oltre a scenari e paesaggi di meravigliosa bellezza, sono anche uno dei contesti geografici più fragili, sia per il rischio spopolamento che per lo sfruttamento indiscriminato delle risorse e il rischio del dissesto idrogeologico.

“Il vento fa il suo giro” è girato in una valle alpina del Piemonte dove si parla occitano (una lingua di origine provenzale) e i dialoghi sono in tre lingue (occitano, francese e italiano). Se pensiamo al budget limitato con cui è stato realizzato, 480 mila euro, al cast di attori non professionisti e in gran parte sopra i sessant'anni, è davvero incredibile che non solo abbia mietuto diversi premi, ma abbia avuto una permanenza record nelle sale a Torino, a Milano e a Roma. Grazie al tam tam degli spettatori, che ne hanno decretato il successo in festival come la Festa del cinema di Roma.

Gli appassionati di cinema ricorderanno poi che Giorgio Diritti ci ha regalato nel 2009 anche uno splendido film sulla strage di Marzabotto con “L'uomo che verrà”, un bel ritratto della gente di montagna dell'Appennino bolognese negli anni della guerra. Storie di miseria e dignità, di orgoglio e grande generosità. Anche un tema difficile come questo viene sviluppato senza retorica e con un uso sapiente dei personaggi che – per sforzo mimetico – parlano per buona parte del film in dialetto bolognese esattamente come nel film precedente parlavano occitano.

Sono gli sguardi dei protagonisti che comunicano e in particolare una bambina, sordomuta, che vede tutto, registra tutto ed è costretta, come succede purtroppo a tanti bambini, a crescere prima del tempo. Osserva sgozzare maiali e giustiziare persone, assiste a parti e a partigiani operati sul tavolo della cucina. Il film ha ottenuto sedici candidature ai David di Donatello 2010, vincendo tre premi, fra cui quello per miglior film. Sette, invece, le candidature ai Nastri d'argento 2010, dove ha ottenuto tre premi.

Gabriele Salari
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