01/03/2012
Graziose ragazze cinesi dell'etnia uigur.
È un viaggio e ritroso nel tempo, ma senza tempo, quello che racconta la mostra L’ultima carovana sulla Via della seta, ospitata fino all'11 marzo ai Mercati di Traiano, nel Museo dei Fori imperiali di Roma.
«Attraversare la Via della seta con una carovana di cammelli è un’impresa quasi impossibile», ha detto il capo carovaniere Arif Asci, «ma l’unico modo per sentire concretamente il peso della storia dentro di noi». Proprio da questo viaggio a dorso di cammello e dalle spettacolari fotografie che ne sono scaturite è nata questa esposizione, organizzata nell’ambito della Biennale internazionale di cultura Vie della seta, evento realizzato grazie alla sinergia tra il Ministero degli affari esteri, il Ministero per i beni e le attività culturali e Roma capitale. La mostra si avvale inoltre della collaborazione del Ministero della cultura e del turismo della Repubblica di Turchia e dell’Ambasciata di Turchia.
La Via della seta era un immenso reticolo, che si sviluppava per circa 8 mila km, fatto di itinerari terrestri, marittimi e fluviali, tragitto ideale lungo il quale nell'antichità si erano snodati i commerci tra gli imperi cinesi e l'Occidente. Un cammino attraversato da religioni, scoperte e credenze, che iniziava in Cina e si sviluppava verso l’Europa, passando da città storiche come Samarcanda, Istanbul e Roma. Insomma, una solida base per il dialogo interculturale che anche oggi si cerca di sviluppare.
La rinascita dell'idea della Via della Seta ai giorni nostri va letta come un fatto eminentemente e romanticamente culturale. Dalla lettura dei grandi viaggiatori del passato e dalla consultazione di tutti i libri scritti sulle Vie della seta ha preso infatti avvio il progetto. Per oltre un anno, i viaggiatori hanno segnato sulle mappe le vie da percorrere, cercando di capire perché i cammelli a due gobbe – quelli asiatici – siano più resistenti dei dromedari, o quale sarebbe stata la stagione più adatta per attraversare il deserto di Gobi e Taklamakan.
Ha quindi avuto inizio il viaggio: diciotto mesi tra il 1996 e il 1997, durante i quali i moderni carovanieri, partendo dalla Cina hanno percorso trenta chilometri al giorno per un totale di dodicimila, dormito in tenda, nutrito cammelli con piante del deserto.
Circa novanta foto documentano la scientificità ma anche la magia di questa avventura: i volti dolci e pieni delle ragazze di Tajika, i mercati con il loro mare fluttuante, quasi ipnotico, di sete rosse, le ombre dei carovanieri proiettate sulla sabbia del deserto, i templi buddisti o l’ingresso superbo a Samarcanda.
Lo spirito dei viaggiatori di allora è tornato a rivivere in queste immagini, anche se sono solo una piccola sintesi di ciò che i moderni carovanieri hanno visto e vissuto nel susseguirsi dei giorni. Ma sono sufficienti per far nascere in chi le guarda il desiderio di salire sul dorso di un cammello e affrontare le piste del deserto. Per perdersi nella Via della Seta.
Ecco gli orari della mostra. Da martedì a domenica: 9.00-19.00 (chiuso il lunedì). Prezzo dei biglietti: intero 11 euro; ridotto 9 euro. Per informazioni tel. 06/0608 - www.viedellaseta.roma.it
Giusi Galimberti