26/05/2010
Il colloquio con l'assistente sociale
Mediatore di conflitti, sentinella sul territorio, punto di contatto tra chi ha bisogno e le istituzioni: l'assistente sociale interviene per prevenire e risolvere fenomeni di emarginazione di anziani, disabili, minori, tossicodipendenti, immigrati. In particolare individua le soluzioni di disagio, tiene i contatti con le persone emarginate e coordina l'attività dei servizi di assistenza.
Si tratta di una professione complessa, che richiede capacità di gestire i conflitti, doti di comunicatività, approfondita preparazione e un buon equilibrio psico-fisico. Sono inoltre necessarie autonomia decisionale, autocontrollo, intuito, capacita di ascolto, di negoziazione, di collaborazione, di analisi.
L'attività, svolta in genere come dipendente di un Comune o di una Asl (vedi concorsi, collegato) consiste nell'individuare e censire le situazioni di emarginazione, sulla base di segnalazioni di insegnanti, medici, forze dell'ordine, privati cittadini, associazioni di volontariato; prendere contatto con le persone, analizzare i loro bisogni e concordare un progetto di intervento; coordinare le attività di assistenza e supporto di medici, psichiatri, operatori socio assistenziali, educatori; monitorare l'andamento dell'intervento; segnalare alle autorità giudiziarie casi che necessitano del loro intervento (abbandoni, abusi).
Per svolgere questa professione è indispensabile la laurea in servizio sociale
e il superamento di un esame di Stato per l'iscrizione all'Albo degli assistenti sociali. Il corso di laurea è triennale, il percorso formativo si articola in una doppia dimensione: teorico-culturale e professionale. La prima fornisce ai laureati le coordinate attraverso le quali leggere la realtà nella quale si troveranno ad operare, mentre la seconda fornisce le competenze in merito agli strumenti di intervento professionale
Poiché la professione dell’assistente sociale richiede una costante integrazione tra conoscenze teoriche e competenze metodologiche e tecnico-pratiche, particolare attenzione viene data al tirocinio (con la supervisione di assistenti sociali e il monitoraggio da parte dei tutor didattici), ai laboratori di guida al tirocinio, alle attività didattiche professionalizzanti, a seminari ed esercitazioni guidate, oltre che all’incontro con assistenti sociali, “testimoni” ed esperti attivi nell’assistenza pubblica, nel terzo settore e nella libera professione.
Dopo la laurea si può: accedere all’esame di Stato, che abilita alla professione di Assistente sociale; operare nei servizi sociali delle amministrazioni pubbliche centrali e locali, presso enti e associazioni di terzo settore, in ruoli di presa in carico delle situazioni di bisogno, nonché in ruoli di coordinamento degli interventi sociali.
Rosanna Precchia