Carte Sim, occhio al rivenditore

La denuncia di Altroconsumo: i negozi danno informazioni sbagliate e parziali

18/02/2011

Negozio che vai, contratto che trovi. In teoria, ma solo in teoria, un rivenditore di carte Sim dovrebbe fare semplicemente da tramite tra la compagnia telefonica e il cliente finale, così da arrivare alla firma del contratto. Ma nella realtà avviene qualcosa di diverso. Secondo una recente indagine di Altroconsumo, infatti, «negozi specializzati ed esclusivi e rivenditori Sim di operatori virtuali non consegnano al consumatore le condizioni di vendita nell'86 per cento dei casi, né la documentazione controfirmata (51 per cento), né le informazioni corrette sui piani tariffari e opzioni sul credito disponibile (22 per cento), né l'informativa sulla privacy (62 per cento)».  

La ricerca. I dati sono stati raccolti dall’associazione di consumatori in nove città italiane e la ricerca si è concentrata sulla trasparenza e la correttezza nell’offerta, nella vendita e nell’attivazione di carte Sim. Nel dettaglio, sono stati visitati i negozi esclusivi degli operatori “standard”, come centri Tim e Vodafone One, acquistando carte Tim, Vodafone, Wind e Tre. L’indagine ha preso in considerazione anche sette operatori virtuali, cioè non proprietari di rete, e i punti vendita di riferimento: Noverca, Coop Voce, A-Mobile, Uno mobile, Poste mobile, Mtv mobile ed Erg mobile.  

La denuncia. Altroconsumo ha inviato gli esiti di questa indagine al Garante della concorrenza e del mercato perché «è inammissibile che i negozianti adottino pratiche di scarsa trasparenza, non conoscenza delle condizioni di vendita, assenza di contratto sottoscritto, dunque garanzia, silenzio sui costi restituzione del credito residuo, abitudine a vendere Sim senza confezione originale, in una semplice bustina di plastica», come si legge in una nota diffusa dall’associazione.   

Italia da primato.
Nel nostro Paese ci sono più Sim che abitanti: addirittura più di 150 ogni 100. Un dato che ci pone ai vertici mondiali del settore, con una diffusione di carte maggiore anche della Gran Bretagna (130 per 100 abitanti) e degli Stati Uniti (un cellulare a testa).

Marco Ratti
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