Come si diventa veterinario

Una professione da svolgere in campagna e in città.

13/09/2010
Gatti e cani sono sempre più presenti nelle case di città.
Gatti e cani sono sempre più presenti nelle case di città.

Per diventare veterinario è necessario  possedere una laurea in Medicina veterinaria dopo di che fare il  tirocinio presso un professionista in attività oppure presso una struttura pubblica. Il tirocinio dà la possibilità di sostenere l’esame di Stato per l’abilitazione all’attività professionale. Superato l’esame è possibile iscriversi all’Ordine dei veterinari.

Il veterinario, grazie alle conoscenze acquisite in campo zootecnico-sanitario, può svolgere una serie di mansioni tipiche: dall’individuare e curare le malattie degli animali a svolgere compiti di prevenzione e profilassi; dal verificare l’idoneità e la salubrità dei mangimi (i cui componenti vengono assimilati indirettamente dall’uomo, vegetariani esclusi!) all’individuare le terapie adeguate per quanto concerne le malattie degli animali trasmissibili all’uomo; dall'eseguire ispezioni sulla macellazione e su tutta la rete distributiva e di commercializzazione al controllare l’idoneità degli impianti di refrigerazione, di trasporto, di stoccaggio e di trasformazione delle carni.
 
Nel settore pubblico, all’interno delle Asl, la carriera è strutturata in tre livelli: veterinario coordinatore; veterinario collaboratore e veterinario dirigente responsabile.
Ai primi due livelli si può accedere direttamente attraverso concorso pubblico; per arrivare al terzo è invece necessario essere dipendenti da almeno 5 anni ed aver ricoperto le cariche dei primi due livelli.

Il libero professionista in genere sceglie se occuparsi degli animali da reddito (cioè vacche, bovini o cavalli) oppure prendersi cura degli animali da affezione, cioè cani e gatti. La differenza è sostanziale soprattutto perché la prima ipotesi porta sicuramente a una vita di campagna, mentre la seconda implica una scelta più cittadina, legata ai ritmi delle visite ambulatoriali.

Il mercato offre ai veterinari possibilità d’impiego nelle industrie di produzione, trasformazione e conservazione di prodotti di origine animale; nel settore dell’acquacoltura, cioè dell’allevamento dei pesci; infine negli allevamenti zootecnici dove quella del veterinario può diventare una figura di tipo manageriale.  

Rosanna Precchia
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