15/02/2011
Il 1 febbraio è entrato è in vigore il sistema di certificazione on line, anche se la piattaforma multimediale dell’Inps che collega gli studi e i datori di lavoro sta dando molti grattacapi e il call center non è ancora adeguato alle esigenze ed è
intasato (sabato e domenica è chiuso), non tutte le guardie mediche sono ben informatizzate, i Pronto soccorso non hanno ricevuto i software per la compilazione automatica dei certificati, le differenze tra le infrastrutture informatiche
degli enti sanitari territoriali ostacolano l'adeguamento dei sistemi. Ma nonostante gli inconvenienti tecnici, il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, si è detto soddisfatto per la collaborazione dei medici di famiglia. Una "fatichetta" in più per questi ultimi, che comunque non hanno responsabilità sul malfunzionamento del sistema e al contrario è proprio grazie al loro impegno che arrivano i primi risultati. Infatti, per ora, le sanzioni sono state sospese.
Né raccomandate all'Inps né certificato al datore di lavoro. I medici o le strutture sanitarie pubbliche possono predisporre e inviare per via telematica all'Inps i certificati e gli attestati di malattia dei lavoratori del settore privato e del settore pubblico e, per tramite dell'Inps, ai datori di lavoro, così come possono rettificare o annullare i certificati già inviati. L'Inps mette a disposizione dei cittadini e dei datori di lavoro gli attestati di malattia pervenuti, sia attraverso l'accesso diretto ai propri sistemi, previa registrazione, sia tramite trasmissione automatica via e-mail. È anche previsto un servizio di trasmissione al lavoratore, tramite sms, dei dati essenziali dell'attestato di malattia (protocollo, data del rilascio, durata della prognosi, nome e cognome del lavoratore, nome e cognome del medico). Quindi, i dipendenti pubblici e privati non dovranno più consegnare il certificato al datore di lavoro o inviarlo tramite raccomandata con ricevuta di ritorno entro due giorni lavorativi, perché il datore di lavoro lo potrà consultare nelle banche dati Inps.
Stefania Marchisio