15/03/2011
Da un lato ci sono l’economia sommersa e criminale che, con giri d’affari milionari, rappresentano una buona fetta di guadagni fatti nel nostro Paese che si sottraggono al fisco. Dall’altro però le grandi società di capitali, le big company, i lavoratori autonomi e le piccole imprese che riescono ad evadere le tasse pur operando alla luce del sole. L’imponibile evaso nel 2010 è cresciuto di oltre il 10%, con punte dell’11,7% al nord: è quanto emerge da una ricerca effettuata da Krls Network of Business Ethics per conto dell'Associazione Contribuenti Italiani.
La fetta più grande è costituita dalla criminalità organizzata che si sta espandendo al nord con una crescita del 18,7% e un giro d’affari di 192 miliardi di euro. In pratica 77 miliardi l’anno tolti dalle tasche dello Stato.
Non pochi danni al fisco sono causati anche dal lavoro sommerso: sono 2,4 milioni i lavoratori in nero (dei quali 850mila lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro) per un imponibile di 135 miliardi di euro e un’evasione di 30 miliardi. Ovviamente si tratta di stime, perchè si tratta di fenomeni difficili da controllare.
Guardando all’economia reale, fatta di società che operano sotto gli occhi di tutti, la situazione non è comunque più rassicurante: tra le società di capitali (escluse dalla ricerca le grandi imprese) il 78% dichiara redditi negativi o meno di 10mila euro. Crisi economica o evasione? Su 800mila società di capitali operative l’81% non versa imposte, per un’evasione di 21 miliardi di euro l’anno. Anche tra le big company, comunque, una su tre ha chiuso il bilancio in perdita, non pagando le tasse. E spesso ricorrendo a un “giochino” fiscale, ovvero trasferendo costi e ricavi tra diverse società del gruppo spostando la tassazione nei Paesi dove, di fatto, non ci sono controlli. Secondo la ricerca di Krls nel 2010 le 100 maggiori compagnie italiane hanno ridotto dell’11% le imposte dovute, pari a 36 miliardi. In confronto i 12 miliardi evasi da piccole imprese e lavoratori autonomi sembrano briciole.
Il livello di evasione è proporzionale alla ricchezza del territorio: in vetta alla classifica troviamo la Lombardia, seguita dal Veneto e tutta l’area del nord ovest. Rispetto all’anno precedente il totale di quanto sottratto al fisco è aumentato del 13,3%.
Eleonora Della Ratta