08/08/2011
Ogni abitante della Lombardia contribuisce per 7.198 euro a
ripianare i debiti delle otto regioni meridionali. Seguono gli emiliani con
4.203 euro all’anno, i veneti (3.405), i piemontesi (3.047). Si chiama residuo
fiscale ed è quanto “non torna indietro” in erogazione di servizi rispetto a
quanto pagato di imposte. Non è un indice di solidarietà nazionale, ma molto
spesso la prova di sperperi e di evasioni fiscali. C’è una relazione stretta, anzi strettissima tra questi due
indicatori (residuo fiscale ed evasioni), come ha rilevato nei giorni scorsi lo
Studio Sintesi. Da un lato la differenza tra quanto i territori contribuiscono
al fabbisogno statale e quanto poi ne ricavano in termini di servizi e trasferimenti, dall’altro
lo scostamento tra redditi e consumi, vale a dire la spia più
attendibile della potenziale evasione fiscale.
«I due indici abbinati,» sostengono i ricercatori di
Sintesi, «evidenziano che, in generale, le aree del Paese a fedeltà fiscale più
bassa sono quelle che ricevono di più nel dare-avere con la Pubblica
Amministrazione: e sono tutte le regioni del Sud. L’effetto distorsivo
dei trasferimenti va letto alla luce del divario tra redditi e
consumi: sotto la media italiana ci sono quasi tutte le aree meridionali, a
testimoniare il peso di nero e sommerso. L’attuazione del federalismo fiscale, se non ben regolato, potrebbe
perpetuare la situazione degli ultimi cinquant’anni, nella quale chi
maggiormente pratica l’evasione fiscale riceve dal sistema pubblico le risorse
finanziarie più significative».
Un recente studio della Cgia di Mestre ha dimostrato, per
esempio, che nelle regioni del Nord, compresa la Toscana, la percentuale dell’economia
sommersa è attorno al 14-15 per cento, meno che in Francia, Germania e Svezia.
Il fenomeno esplode al Sud (Lazio compreso) e contribuisce al triste primato
italiano del 30 per cento circa di economia “in nero”.
Nelle tabelle
dell’allegato il residuo fiscale
pro-capite e l’indice di discrepanza tra redditi dichiarati e consumi (più è
basso e più alta è l’evasione).
Elena Zuccaro