Famiglie straniere, tre volte più povere

Il 38 per cento vive con meno di 8.000 euro l’anno e il reddito medio non permette comunque di risparmiare. La crisi dell’occupazione le sta colpendo di più

29/08/2011

Il 38% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà, contro il 12,1% di quelle italiane, mentre il reddito medio ammonta a 17,4mila euro e non permette di risparmiare, dal momento che i consumi superano, anche se di poco, le entrate familiari. Il 90% dei redditi derivano da lavoro dipendente e servono per una quota consistente al pagamento dell’affitto dal momento che appena l’11,3% delle famiglie straniere è proprietaria dell’abitazione di residenza.  Questi alcuni risultati di un’indagine realizzata dalla Fondazione Leone Moressa che ha confrontato la struttura dei redditi, del consumo, del risparmio e dell’indebitamento delle famiglie straniere con quelle delle famiglie italiane, partendo dall’indagine 2009 della Banca d’Italia sui Bilanci delle famiglie italiane (vedere anche le tabelle allegate).


Redditi, consumi, risparmi e povertà economica. Il reddito medio annuo di una famiglia straniera ammonta a 17,4mila €, contro i quasi 33mila € di una famiglia italiana. D’altro lato i livelli di consumo si attestano, rispettivamente a 17,7mila € e a 24mila €. Questo permette di calcolare il livello di risparmio delle famiglie (dato dalla differenza tra redditi e consumi) che per gli stranieri è addirittura negativo (-362 €), mentre per gli italiani si tratta di 8,8mila di euro di risparmi annui. I livelli di reddito consentono inoltre di stimare quanti individui vivono al di sotto della soglia di povertà, tecnicamente chiamato indice di povertà economica (8.150 euro l’anno). Per gli stranieri si tratta di quasi il 38%, per gli italiani la percentuale si abbassa al 12,1%.

Struttura del reddito. Il reddito delle famiglie straniere (al netto delle imposte e dei contributi sociali) deriva per quasi il 90% da redditi da lavoro dipendente, per il 7,7% da lavoro autonomo e per il 6% da reddito da capitale. Il saldo negativo tra entrate e uscite dei trasferimenti netti degli è dovuto alle rimesse che vengono destinate ai Paesi d’origine, contribuendo alla riduzione del reddito disponibile. Le famiglie italiane invece fanno affidamento per un quarto del loro reddito su pensioni o altri trasferimenti (25,9%) e per il 21,7% su redditi da capitale, mentre il reddito da lavoro dipendente pesa “appena” per il 40%.

Struttura dei consumi. Per quanto riguarda i consumi, il comportamento delle famiglie straniere non differisce di molto rispetto a quello delle famiglie italiane (se non per l’importo annuo). La quasi totalità dei consumi è destinata a spese per beni non durevoli: 94,9% per le famiglie straniere contro il 93,1% di quelle italiane. Il rimanente per la spesa di beni durevoli: 5,1% per gli stranieri, 6,9% per gli italiani.

Forme di risparmio. Le famiglie straniere che riescono a risparmiare, depositano i loro soldi in conto corrente (79,6%)  e solo pochissimi investono in obbligazioni (1,3%), in titoli di stato (0,1%) o in altre forme di investimento (1,3%). L’89,5% delle famiglie italiane, pur lasciando parte dei propri soldi in conto corrente, mostrano maggiore varietà di investimento. Nell’11,6% dei casi possiedono obbligazioni o quote di fondi comuni, nel 9,7% titoli di stato e in quasi il 20% investe in altre forme (come azioni, partecipazioni, gestioni patrimoniali e prestiti a cooperative).

Forme di indebitamento. Il comportamento debitorio delle famiglie straniere non differisce di molto nelle percentuali da quello delle italiane; il 15% si indebita per l’acquisto di beni di consumo, l’11,2% per l’acquisto di immobili. Per quanto riguarda le famiglie italiane, i valori sono molto simili: 13,2% per i beni di consumo, 12,7% per gli immobili.

Immobili. Il 79,1% delle famiglie straniere vive in affitto e appena l’11,3% è proprietario dell’abitazione. Il rimanente 9,6% è in usufrutto o in uso gratuito. La maggior parte delle famiglie italiane invece è proprietaria dell’abitazione dove abita (71,8%), mentre il 18,3% vive in affitto. Per quanto riguarda la proprietà di altri immobili, il 13,5% degli stranieri possiede altre abitazioni, spesso nel Paese di origine. Il 75 per cento circa delle famiglie italiane possiede immobili non di residenza.

Secondo i ricercatori della Fondazione: «La crisi economica in atto, che ha dimostrato come gli stranieri siano stati l’anello debole del mercato del lavoro, rischia di privarli dell’unica fonte di reddito cui le famiglie possono fare affidamento: quello da lavoro dipendente. Senza lavoro, oltre a perdere la regolarità del soggiorno in Italia, gli stranieri vedranno peggiorare la propria situazione economica, aggravando il livello di benessere e creando nuova povertà».

Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

Tag correlati

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati