Farmaci senza sconto, arriva un esposto

L’Adoc ipotizza una violazione della concorrenza per il mancato taglio ai prezzi sui generici. Il danno sarebbe di 105 euro l’anno a persona

21/04/2011

L’Adoc ha denunciato all’Antitrust la mancata riduzione dei prezzi delle medicine del 25 per cento, già stabilita dall’Agenzia italiana del farmaco per circa  4.200 farmaci generici. Secondo l’associazione di consumatori, il danno è di 105 euro l’anno a persona.

«L’Aifa ha finalmente tagliato del 25 per cento i prezzi dei farmaci generici, riallineandoli alla media europea», ha detto Carlo Pileri, presidente dell’Adoc, «ma i consumatori sono stati beffati dalle aziende farmaceutiche, che hanno mantenuto i prezzi invariati». E il calcolo è presto fatto. Visto che ogni italiano in media spende 420 euro l’anno, il maggior costo è pari a 105 euro.

Inoltre, prosegue Pileri, «prima del taglio il costo medio di un farmaco generico era di 13 euro, oggi dovrebbe essere di 5 euro, ben 8 euro di differenza, ma in farmacia questo ribasso non si è verificato e il consumatore continua a pagare il vecchio prezzo». Per questo motivo, l’Adoc si è rivolta all’Antitrust ipotizzando una “violazione della concorrenza” e una “grave lesione dei diritti dei consumatori”.

Secondo l’associazione bisognerebbe intervenire anche nella lotta agli sprechi farmaceutici, visto che ogni famiglia è costretta a buttare circa 80 euro l’anno. «Alcuni beccucci dei flaconi e degli spray, difatti, non consentono l’utilizzo di circa il 20 per cento del prodotto», continua Pileri, «reso praticamente inaccessibile». E la situazione è simile per i medicinali in gocce, dato che poco meno del 10 per cento rimarrebbe nella boccetta, inutilizzabile.

Infine, prosegue l’Adoc, la maggioranza dei farmaci confezionati in blister contiene un numero di compresse superiore o inferiore del 30 per cento, in media, rispetto al normale ciclo terapeutico per cui viene impiegato e in questo modo si costringe il malato ad acquistare una seconda scatola del farmaco o a mantenere in giacenza la confezione, spesso fino alla scadenza del prodotto.

Marco Ratti
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