30/05/2011
La crisi è crisi, ma non colpisce tutte le zone allo stesso modo. Secondo un’elaborazione della Cgia di Mestre, infatti, la perdita di valore aggiunto causata dalla crisi è stata più decisa per la Puglia e il Veneto (-12,3 per cento), la Lombardia (-12,2 per cento) e il Friuli Venezia Giulia (-12,1 per cento), mentre non ha colpito con la stessa intensità altre regioni italiane (in allegato la tabella completa). Lo studio è stato condotto mettendo a confronto il Pil registrato nel 2010 con le previsioni fatte nel periodo in cui la crisi non era ancora scoppiata (luglio 2008).
La classifica. Ad avere risentito meno della crisi sono state la Toscana e le Marche (-8,3 per cento), il Molise (-7,5 per cento) ed il Trentino Alto Adige (-7 per cento). In termini assoluti, invece, a subire la caduta del valore aggiunto più importante sono state le regioni più ricche del Paese: Lombardia (-40 miliardi di euro), Veneto (-18,4 miliardi) e Lazio (-15,3 miliardi).
Settore per settore. «È indubbio che la crisi ha colpito soprattutto le regioni dove è più diffuso il comparto manifatturiero», ha detto il direttore dell’Ufficio studi Giuseppe Bortolussi. «Rispetto agli altri, infatti, il settore metalmeccanico, quello del tessile/abbigliamento, delle calzature e del legno hanno risentito della concorrenza internazionale dei paesi emergenti e della profonda trasformazione tecnologica che queste realtà produttive sono state costrette ad affrontare».
Marco Ratti