15/12/2011
Alla fine del 2010 la ricchezza lorda delle famiglie italiane era pari a circa 9.525
miliardi di euro, corrispondenti a poco meno di 400 mila euro in media per
famiglia. Le attività reali rappresentavano il 62,2 per cento della ricchezza lorda,
le attività finanziarie il 37,8 per cento. Le passività finanziarie, pari a 887
miliardi di euro, rappresentavano il 9,3 per cento delle attività complessive.
Fra la fine del 2009 e la fine del 2010 la ricchezza netta complessiva a prezzi
correnti è rimasta invariata; a prezzi costanti (cioè calcolando l’inflazione) si è ridotta nell’ultimo anno dell’1,5 per cento. Dalla fine del 2007 il calo è stato pari al 3,2 per cento. Sono questi i dati resi noti nel supplemento al Bollettino n. 64 di Bankitalia (in allegato).
Alla fine del 2010, la ricchezza in abitazioni detenuta dalle famiglie italiane era
stimata in circa 4.950 miliardi di euro. In termini nominali la ricchezza abitativa
è aumentata dell’1 per cento rispetto alla fine del 2009 (-0,5 per cento in termini
reali). L’aumento delle attività reali (1,1 per cento) è stato compensato da una
diminuzione delle attività finanziarie (0,8 per cento) e da un aumento delle
passività (4,2 per cento).
A fine 2010 circa il 35 per cento dell’ammontare dei titoli depositati presso le
banche italiane da famiglie residenti era riferito a conti titoli di valore
complessivamente inferiore a 50 mila euro; i finanziamenti erogati alle famiglie
di importo compreso tra 30 mila e 75 mila euro rappresentavano il 20 per cento
circa del totale; quelli compresi fra 75 mila e 250 mila euro erano il 56 per cento, mentre il
restante 23 per cento era ascrivibile a finanziamenti di importo superiore a 250
mila euro.
Secondo stime preliminari, nel primo semestre 2011 la ricchezza netta della
famiglie italiane sarebbe aumentata dello 0,4 per cento in termini nominali:
l’aumento delle passività è stato più che compensato dalla crescita delle attività
reali e finanziarie.
Nel confronto internazionale le famiglie italiane mostrano un’elevata ricchezza,
pari, nel 2009, a 8,3 volte il reddito disponibile (contro l’8 del Regno Unito, il
7,5 della Francia, il 7 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 4,9 degli Stati Uniti).
Esse risultano inoltre relativamente poco indebitate: l’ammontare dei debiti è
pari all’82 per cento del reddito disponibile (in Francia e in Germania è di circa
il 100 per cento, negli Stati Uniti e in Giappone è del 130 per cento, nel Regno
Unito del 170 per cento).
Elena Zuccaro