17/02/2012
Ma in cosa consiste tecnicamente il social shopping? Un
acquisto di gruppo "tramite" coupon, una filosofia di vendita in base
alla quale un operatore di mercato, come Groupalia, Groupon, Let's Bonus ecc., si pone di fatto come intermediario tra
domanda e offerta: da una parte ci sono partner che vendono i loro prodotti a
prezzi scontati, utilizzando questo sistema come volano di pubblicità;
dall'altra i clienti che possono permettersi acquisti altrimenti fuori portata.
Esempio classico quello della cena al ristorante: ce ne sono alcuni, anche
rinomati, che per avere la sala piena tutti i giorni della settimana hanno
sposato questo metodo, con il risultato che in rete è possibile acquistare dei
buoni per una cena a base di carne di alta qualità al costo di una pizza o poco
più. Il ritorno per il ristoratore deriva dal fatto che, secondo alcuni
sondaggi, la tendenza di chi si trova bene con il coupon è solito tornare anche
senza coupon oppure con il coupon e qualche amico che non ne è provvisto. Il
guadagno per gli intermediari sta nella commissione trattenuta dagli incassi
del partner in base ai coupon venduti.
Groupalia, secondo come fetta di mercato solo
all’antesignano Groupon, ha presentato
alcuni interessanti dati su questo fenomeno, lasciando intendere che in futuro
le prospettive potrebbero essere ancora migliori. Un mercato in crescita,
dunque, proprio in tempo di crisi. Enogastronomia, benessere e bellezza, eventi
e spettacoli, sport e avventura, hotel e viaggi, casa e tecnologia, moda e
accessori, corsi e servizi: sono diversi i settori in cui vengono formulate
offerte con sconti sensibili sul listino ufficiale.
In un anno e mezzo di vita, Groupalia, partito con un
investimento iniziale di 2,5 milioni di euro, conta oggi 10 milioni di
clienti nel mondo. In Italia è oggi attiva
in 24 città anche se alcune proposte. soprattutto nel settore viaggi,
cominciano ad avere un respiro più (inter)nazionale. Solo in Italia i
clienti sono circa 3 milioni mentre i partner sono oltre 4000. In 18 mesi, le 11.000 proposte lanciate sono valse
la vendita di circa 1.500.000 coupon: il fatturato del 2011 si è attestato sui
40 milioni di euro e da settembre 2011 si comincia già a calcolare l'utile
avendo velocemente raggiunto il break heaven.
E se non siete soddisfatti? Qui nascono i problemi e non può bastare come giustificazione il fatto che
si tratta di un mercato ancora in erba e che quindi deve trovare le sue regole.
Non basta soprattutto a chi non ha potuto usufruire di un servizio per il quale
aveva pagato. Navigando in Internet è facile imbattersi in storie di persone
che non sono state soddisfatte da queste società: ritardi nelle consegne,
impossibilità di prenotare, diversità di trattamento rispetto a quanto
annunciato nel coupon.
Andrea Gualtieri, country manager di Groupalia, insiste sul fatto che si tratta comunque di una
percentuale molto ridotta rispetto al volume totale delle transazioni e che
l'impegno della sua azienda è proprio diretto a migliorare lo status quo,
consapevole delle difficoltà. Difficoltà che possono nascere anche dalla scarsa
serietà dei partner o dalla furbizia dei clienti. Ci sono, ad esempio,
ristoranti o palestre che si rivelano inaffidabili nella gestione di un numero
di clienti forse inaspettato. E ci sono anche clienti che dal canto loro
provano a utilizzare i coupon più volte.
Alcune forme di garanzia esistono ma i tempi e le modalità di rimborso sono ancora da
rivedere per mancanza di chiarezza o per difficoltà di comunicazione in un
sistema che è ancorato a Internet e tende a investire, per tutto quello che
concerne il costumer care, prevalentemente sulle risposte via mail piuttosto
che su call center telefonici che quando ci sono, non sono ancora molto
preparati a fronteggiare le lamentele degli utenti per i disservizi.
Andrea Gilardelli