10/10/2011
Tempi duri per le coppie di giovani alle prese con l’apertura di un mutuo per l’acquisto della prima casa: le informazioni da parte delle banche scarseggiano e spesso è previsto anche l’obbligo di sottoscrivere una polizza sulla vita per poter accedere al finanziamento degli istituti di credito. Sono alcune delle situazioni raccontate in un recente numero di Soldi & Diritti, il mensile dell’associazione Altroconsumo (www.altroconsumo.it).
L’esperimento è questo: una coppia di trentenni, lui lavoratore dipendente e lei lavoratrice autonoma vuole comprare una casa da 180 mila euro; per farlo, chiedono un mutuo di 50 mila euro. Il reddito della famiglia è pari a 1.500 euro al mese. Ecco cosa è successo ai due.
«In sette delle banche visitate – scrive Soldi&Diritti – non hanno ricevuto alcun consiglio e in alcune nemmeno un’offerta». Ubi Banca di piazza Vittoria a Napoli, per esempio, «non può erogare mutui di valore inferiore a 65 mila euro, perché le spese fisse chieste per il prestito farebbero salire il Taeg sopra il tasso soglia ai fini dell’usura». Oppure, «da Banca popolare di piazza Vanvitelli, sempre a Napoli, l’offerta di un mutuo sarebbe arrivata solo dopo aver scelto il tipo di tasso, senza che il consulente desse a Marco e Francesca alcuna informazione sui tassi disponibili sulle condizioni economiche». In barba alla legge sull’informazione precontrattuale e la consulenza bancaria, sottolinea Altroconsumo.
Altro problema per accedere a un finanziamento sono le condizioni imposte in alcuni casi dagli istituti di credito. «A chi va in banca a chiedere un mutuo – scrive Altroconsumo – capita ancora troppo spesso di trovarsi costretto ad acquistare una polizza assicurativa sulla vita a copertura del credito, presentata come condizione irrinunciabile per accedere al finanziamento». In questo modo, riassume l’associazione, «la banca commette quattro scorrettezze in una». La prima: il cliente è costretto ad acquistare una polizza. La seconda: l’assicurazione è venduta direttamente dalla banca e, in genere, con pochissime spiegazioni. Inoltre, l’istituto diventa il beneficiario della polizza, «dando così luogo a un palese conflitto d’interessi». Infine, «il costo della polizza assai raramente rientra nel calcolo del Taeg».
Marco Ratti