24/06/2011
Oltre la metà degli iscritti al registro delle opposizioni continua a ricevere chiamate. A rivelarlo è un sondaggio effettuato dall’Adoc. Una situazione, del resto, confermata anche dal garante della Privacy nella sua relazione. «La normativa sul telemarketing è una legge burletta e nonostante l’iscrizione al registro delle opposizioni il 60 per cento dei consumatori continua a essere disturbato impunemente», ha detto il presidente dell’associazione di consumatori, Carlo Pileri. «Abbiamo ricevuto centinaia di proteste da parte degli utenti che lamentano una evidente violazione dei loro diritti», ha aggiunto.
Secondo l’Adoc, i motivi vanno cercati nella norma “farraginosa”, che impone al consumatore l’onere di registrarsi e segnalare le violazioni al garante, che può solo applicare una multa alla società colpevole, senza prevedere un risarcimento. In altre parole, «le sanzioni previste non costituiscono un deterrente forte, andrebbe invece prevista la chiusura della società dopo un certo numero di segnalazioni ricevute».
Infine, conclude Pileri, va rilevato un «grave problema di organizzazione, dato che l’iscrizione al registro non è applicabile ai numeri inseriti negli elenchi privati, ad esempio i numeri ceduti a terzi al momento della firma di un contratto». Insomma, «la situazione per l’utente è complicata, perché la società chiamante può solo dichiarare se il numero era sull’elenco pubblico o meno, e il consumatore non può sapere da quale elenco è stato preso il numero».
Redazione 2C Edizioni