28/10/2011
In Lombardia, la regione che nel 2010 si è confermata al primo posto per il numero assoluto di infortuni sul lavoro, la sede regionale dell'Inail ha presentato e discusso il proprio Rapporto 2010 (riguardante appunto infortuni e malattie professionali) durante la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro. In questi giorni, infatti, tutti i Paesi dell'Unione europea sono stati chiamati a diffondere al proprio interno la cultura della sicurezza e della prevenzione: così, anche in Italia sono state proposte diverse iniziative di informazione e riflessione, a partire in primo luogo dalle scuole.
L'Inail nazionale aveva presentato alcuni mesi fa il Rapporto 2010 riguardante tutto il Paese; secondo tradizione, in tempi successivi le sedi regionali fanno seguire un esame approfondito riguardante il proprio territorio. Così come il resto d'Italia, nel 2010 la Lombardia ha registrato una diminuzione sia degli infortuni sia dei morti sul lavoro. Gli infortuni sul lavoro sono stati 133.243 (-0,6% rispetto al 2009) e quelli mortali 125 (-32%). Nello stesso periodo, in tutta Italia sono stati denunciati 775.374 infortuni (-1,9%) e 980 morti (- 6,9%).
È ben vero che in termini assoluti la Lombardia è al primo posto per numero di infortuni,
ma per calcolare il reale rapporto tra infortuni e forza lavoro si
ricorre a un "indice di frequenza" che mostra un'altra faccia del
drammatico fenomeno: l'indice di frequenza lombardo risulta tra i più
bassi d'italia, un 23,51 decisamente al di sotto della media nazionale
che è 27,06. D'altra parte, il calo di occupazione e quindi di
esposizione al rischio infortunistico e alle morti sul lavoro, si è
registrato proprio nei settori che vi sono più esposti, a partire
dall'edilizia che, anche così, rimane il comparto più pericoloso per la
vita dei lavoratori.
Risulta invece in controtendenza, in Lombardia come in tutta
Italia, il dato sugli infortuni dei lavoratori stranieri, aumentati del
2,2% nella regione e dello 0,8% nel Paese. L'incremento si è verificato malgrado la sostanziale stabilità di lavoratori stranieri assicurati all'Inail, e si valuta che all'aumento abbia contribuito soprattutto la componente femminile, le colf e badanti straniere che lavorano sul nostro territorio in numero sempre maggiore.
Nel corso del 2010 è aumentata anche la denuncia delle malattie professionali (+ 13,2% in Lombardia e + 21,9% in tutta Italia).
Un fenomeno che l'Inail valuta in modo positivo, perché favorirebbe
l'emersione delle cosiddette "malattie nascoste" e perché costitusce un
passo avanti nella tutela del lavoratore.
Rosanna Biffi