28/01/2012
La richiesta di badanti non si ferma neppure di fronte alla crisi: dal 2001 il numero di lavoratori domestici stranieri è quintuplicato raggiungendo quota 711mila. Nelle casse dell’Inps sono stati versati nel 2010 700milioni di euro, pari a 985 euro, a persona a fronte di un guadagno medio annuo di 5.828 euro. Identikit della badante? Donna, straniera, di 41 anni, proveniente dall’Est Europa, che lavora per 28 ore la settimana dichiarandone 33. Questi alcuni risultati di una ricerca della fondazione Leone Moressa, che ha analizzato gli ultimi dati Inps sui lavoratori domestici iscritti all’istituto previdenziale.
Quanti sono e quanto contribuiscono. Nel 2010 in Italia si contavano oltre 870mila lavoratori domestici regolarmente iscritti all’Inps. Di questi, il 81,5% era straniero (710mila unità), e tra questi il 71,8% provieniente da Paesi extracomunitari. In dieci anni il numero si è quadruplicato (408,3%), mentre per gli italiani l’aumento è stato appena del 23,7%. Complessivamente i lavoratori domestici versano nelle casse dell’Inps 834 milioni di euro in contributi, di cui l’83,9% da colf e badanti di origine straniera (699 milioni di euro). Nell’ultimo periodo (2001-2010) la crescita dei contributi versati è stata del +274,8%, ma se si osserva la parte riservata agli immigrati si tratta del +487,6%. Se si rapporta il valore dei contributi versati e il numero di lavoratori domestici, si calcola un contributo medio annuo procapite che ammonta a 957 euro. Ma se gli italiani versano 834 euro, per gli stranieri si tratta di 985, di cui 1.000 per i lavoratori extracomunitari e 946 euro per i comunitari.
L’identikit del lavoratore domestico. Le colf e le badanti sono per la stragrande maggioranza donne, sia per i lavoratori italiani che per quelli stranieri. Le italiane hanno mediamente 46 anni, lavorano per 20 ore la settimane e dichiarano 36 settimane lavorative all’anno. Ricevono una retribuzione media annua di 4.805 euro e versano nelle casse dell’Inps 834 euro a testa. Le lavoratrici domestiche straniere sono più giovani delle italiane (in media hanno 41 anni, 43 per le comunitarie), lavorano per 28 ore settimanali (quindi 8 ore in più delle italiane) e dichiarano 33 settimane lavorative all’anno (34 le extracomunitarie). Ricevono una retribuzione annua media di 5.828 euro, un po’ più elevata per le extracomunitarie (1.000 in più) che per quelle comunitarie (946 euro in più). Più della metà delle lavoratrici domestiche straniere proviene dall’Est Europa (57,3%), il 20,5% dall’Asia. La rimanente parte si suddivide tra Sud America (10,8%) e Africa (9,4%).
La diffusione nelle province. Roma, Milano e Torino sono le prime tre province italiane per numero di badanti: la capitale, con i suoi 104mila iscritti all’Inps, raccoglie il 14,7% del totale delle badanti italiane, Milano l’11,5% e Torino il 4,4%. Sebbene in tutte le aree la presenza straniera sia molto forte, le province settentrionali mostrano un’incidenza di poco superiore rispetto alle aree meridionali. Unica eccezione è la Sardegna, dove generalmente le badanti e le colf sono per la maggior parte italiane. Se si rapporta invece il numero di lavoratori domestici sul totale degli anziani over 75 si osserva come Roma e Milano si distinguono ancora una volta dalle altre province: su mille persone di quell’età si contano nella capitale 259 badanti e a Milano 209. La media nazionale è di 116.
P.M.G.