26/09/2011
Sette aziende su dieci hanno registrato almeno un insoluto di pagamento significativo nell'ultimo anno, mentre quattro su dieci denunciano un allungamento dei tempi di riscossione. Sono alcuni dei risultati dell’ultima ricerca dell'Osservatorio Cribis D&B – Format sulla gestione del credito commerciale, che ha raccolto dati su imprese italiane con oltre 10 addetti o con un fatturato superiore ai 2,5 milioni di euro attraverso interviste telefoniche a un campione rappresentativo di mille direttori finanziari, amministrativi e imprenditori.
L’indagine evidenzia inoltre che per quattro imprese su dieci il tempo medio di incasso influisce in maniera «molto» o «abbastanza» elevata sulla determinazione degli obiettivi finanziari, per il 33,5 per cento solo «moderatamente» e per il 26,4 per cento «poco».
Le previsioni. Nell'ultimo anno, per il 42,9 per cento delle imprese intervistate è cresciuto il ritardo nei pagamenti da parte della propria clientela e il 17,3 per cento delle imprese ritiene che il ritardo sia destinato ad aumentare anche nei prossimi 12 mesi.
Nel dettaglio, il 73,8 per cento delle imprese ha registrato insoluti significativi, in particolare tra clienti con anzianità di rapporto di fornitura superiore a cinque anni (22,8 per cento del totale). Inoltre, il 21,4 per cento delle imprese ha dovuto fare ricorso alla propria banca per fronteggiare questo problema, il 14,3 per cento ha attivato politiche di sconto finanziario e il 12,7 per cento delle imprese ha dovuto ridurre gli investimenti.
Per la gestione degli insoluti, il 65,8 per cento delle imprese ha deciso di sollecitare i pagamenti per via telefonica nei primi 15 giorni successivi alla data di scadenza. Il 40,6 per cento, invece, ha scelto piani di rientro dilazionati diversi da cliente a cliente. Più in generale, per fronteggiare gli insoluti le imprese hanno fatto ricorso soprattutto a termini di pagamento più restrittivi (nel 41,2 per cento dei casi), a criteri di selezione della clientela più rigide (39,8 per cento), a politiche di recupero crediti (35,9 per cento) e al coinvolgimento diretto della direzione commerciale nella gestione degli insoluti (34,5 per cento).
Marco Ratti