22/07/2011
Italiani ambiziosi, insoddisfatti del proprio lavoro, con gli occhi puntati sul mercato estero: è questo il profilo dell’uomo (e della donna) in carriera secondo un’indagine condotta dal Work Monitor Randstad che ha analizzato il mondo del lavoro in 29 nazioni. Molti, soprattutto tra i 35 e i 44 anni sono disposti ad andare oltre confine per avere maggiori possibilità: il 70% degli italiani , infatti, è convinto che è più facile andare incontro alle proprie aspirazioni cambiando Paese, mentre la percentuale scende al 38% tra gli americani. I lavoratori italiani risultano anche molto ambiziosi e, più dei colleghi stranieri, puntano alla promozione professionale nel settore privato e il 64% degli intervistati dichiara di aver sviluppato maggiori competenze nell’ultimo anno, ma senza ricevere un adeguato compenso.
Le divergenze tra lavoratore e datore di lavoro riguardano soprattutto l’investimento in formazione: sebbene il 60% dei lavoratori italiani ritenga che l’azienda abbia i requisiti necessari per favorire la formazione utile alla crescita professionale dei dipendenti, il dato decrementa sensibilmente (- 10%) quando dalla teoria si passa alla pratica trasformandosi in investimento sulle risorse umane. Nel 53% dei casi si denuncia una sotto-qualificazione del proprio team di lavoro e, ancora più spesso, si vive una contraddizione fra le competenze richieste dal lavoro e la propria età professionale (65%).
Il 43% dei lavoratori italiani spera nel pensionamento dei colleghi per avanzare di carriera e non è soddisfatto del proprio lavoro. Un dato in controtendenza rispetto a paesi come la Danimarca, il paese dove la soddisfazione per il proprio lavoro è la più alta in Europa o come il Messico, dove il numero di lavoratori soddisfatti è decisamente molto alto.
Martina Mosca