15/04/2011
Negli ultimi 12 mesi l’occupazione giovanile è scesa ancora: per gli under 35 sono venuti a mancare oltre 430mila posti di lavoro, con un calo del 6,5%. Per chi ha compiuto i 35 anni, al contrario, si registra una piccola ripresa, con un 1,3%, pari a 209mila assunzioni. È quanto rilevato da Confartigianato sulla base dell’analisi dell’Osservatorio giovani imprenditori. La causa di questo divario sembra chiara: «In realtà le le aziende artigiane sono ancora alla ricerca di figure professionali specializzate – spiega il segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli -: ne servono circa 30.000 tra periti tecnici, elettronici e chimici, ma negli ultimi due anni sono continuati a calare gli iscritti agli istituti tecnici. Insomma, mancano gli apprendisti». Perchè un dato è certo: chi forma un apprendista se lo tiene ben stretto e nella maggioranza dei casi al termine della formazione offre un contratto a tempo indeterminato. «Serve una valorizzazione dell’apprendistato, uno straordinario strumento forse mal interpretato – aggiunge Fumagalli -. Eppure è una ricetta potente: nel 75% dei casi l’apprendistato diventa un contratto stabile».
Occorre dunque guidare meglio la scelta formativa all’uscita della scuola primaria. A poco più di un mese dal termine dell’anno scolastico, quindi, i giovani sono invitati a riflettere sul proprio futuro: se si vuole un posto di lavoro stabile, meglio imparare un mestiere. Una scelta da non sottovalutare visti i dati sull’occupazione: nella fase della ripresa economica si è infatti ampliato il divario tra Italia ed Europa con il 24,7% dei giovani disoccupati nel nostro Paese contro il 18,9% della media Eurozona. Inoltre in Italia ci sono oltre due milioni di giovani tra i 15 e i 34 anni che sono inattivi per motivi diversi dallo studio e dalla formazione professionale, mentre al Sud il tasso di attività della popolazione tra 25 e 54 anni è del 37,6% e un uomo su cinque, tra i 25 e i 54 anni, non lavora.
Eleonora Della Ratta