11/08/2011
La disoccupazione giovanile è ancora in crescita e il Governo cerca di correre ai ripari con un piano di intervento da un miliardo di euro. Sono 210mila i giovani che hanno perso il posto di lavoro e sono disoccupati, altri 218mila si sono invece rimessi a studiare (proprio perché un lavoro non lo trovavano). Sono i dati di Datagiovani che dimostrano come due ragazzi su 10 non hanno un reddito, ma risultavano ancora occupati nel 2009: quasi 700mila giovani sotto i 35 anni stanno cercando un lavoro, ma non lo trovano da oltre dodici mesi. Ma, a differenza di quanto si possa pensare, a reagire meglio sono le regioni del sud, in testa Molise, Campania e Calabria. È qui che nel 2010 sono stati creati nuovi posti di lavoro (il 20% degli occupati nel 2010 era senza lavoro nel 2009) e il rischio di perdita del posto è più basso rispetto alla media nazionale. Tra le regioni del Nord si salvano solo Liguria e Trentino-Alto Adige dove c’è stata una stabilizzazione di tanti contratti a termine, mentre le regioni del Nord-Est come il Friuli sono in netta difficoltà. Stabile il Centro Italia con l’eccezione della Toscana.
L’intervento del Governo per l’occupabilità dei giovani punta essenzialmente a far incontrare domanda e offerta e a incentivare l’autoimprenditorialità. Si parte dagli interventi nella scuola cercando di formare le professionalità più richieste, incentivando soprattutto gli istituti tecnici. Le scuole e le università dovranno pubblicare sul proprio sito web i curriculum degli studenti, così come verranno rafforzati strumenti già esistenti come www.cliclavoro.gov.it e www.ipotesidilavoro.it.
Per il primo impiego viene rilanciato il contratto di apprendistato e verrà aperto un tavolo tecnico per la rivisitazione degli stage, così da evitarne l’abuso, mentre i tirocini post laurea e il praticantato verrà anticipato agli ultimi anni di corso universitario. Il ministero della Gioventù, poi, prevede un bonus di 5mila euro per le aziende che assumano a tempo indeterminato un giovane disoccupato o assunto con contratto atipico con meno di 35 anni e con figli: secondo il ministero questo porterà alla creazione di 10mila posti di lavoro.
Aiuti anche a chi vuole mettersi in proprio con una fiscalità forfetaria del 5% per i primi cinque anni per i giovani sotto i 35 anni che escono dalla cassa integrazione per aprire nuove attività. Il ministero della Gioventù ha messo anche a disposizione un fondo di 100 milioni di euro per cofinanziare al 40% le iniziative dei giovani. Infine, verranno aperti 21 sportelli per lo start-up d’impresa nelle università italiane. Una buona opportunità, a patto che si abbiano capacità, inventiva, un minimo di coraggio per affrontare il mercato e una famiglia alle spalle che aiuti con un primo investimento (o con le garanzie per un prestito bancario).
Martina Mosca