23/08/2011
La dipendente di una Srl si rifiuta di svolgere mansioni di sua spettanza, nel caso specifico rendere idonee allo smaltimento alcune bombolette mediante la loro foratura, avendo lamentato un forte bruciore alla gola, verosimilmente per l'inalazione di sostanze tossiche o irritanti. All'incidente seguono una chiamata al 118, l'intervento immediato dei sanitari di servizio e il riconoscimento da parte dell'Inail di un'inabilità temporanea per malattia professionale di circa un mese.
Il datore di lavore "risponde" all'incidente con un licenziamento. Tra ricorsi e controricorsi la Corte di Cassazione chiude la vicenda definitivamente con sentenza n. 16361 stabilendo che nell'ipotesi delineata dal caso in esame il datore di lavoro non può far valere come prova della giusta causa del licenziamento un certificato rilasciato dalla Asl attestante l'idoneità del lavoratore a svolgere le mansioni proprie della sua qualifica. Il lavoratore, dunque, deve essere reintegrato in servizio.
Alberta Perolo