La pubblicità arriva con il postino

Le società sono libere di utilizzare gli elenchi telefonici come indirizzari per inviare le promozioni ai consumatori. L’Adoc protesta, ma si può evitare

11/05/2011

Via libera all’invio di pubblicità tramite posta da parte delle aziende, che possono ora utilizzare gli elenchi telefonici come indirizzari. La novità è contenuta nel decreto sviluppo. Secondo l’associazione di consumatori Adoc si tratta di una “grave violazione della privacy” e di una “beffa per i consumatori”. Per evitare di essere sommersi di pubblicità cartacea, infatti, diventa necessario iscriversi al registro delle opposizioni, come già avviene per le chiamate telefoniche indesiderate (www.registrodelleopposizioni.it).

“E’ stato realizzato un nuovo regalo alle aziende, che potranno letteralmente sommergere di carta i consumatori, la cui privacy verrà gravemente violata”, ha detto Carlo Pileri, presidente dell’associazione. “Ogni comunicazione commerciale indesiderata”, insiste il numero uno dell’Adoc, “avrebbe dovuto essere vietata  verso tutti i cittadini a meno che non si scegliesse di essere inseriti nell’elenco delle persone chiamabili. Il registro, al contrario, ha ribaltato questo principio, autorizzando le chiamate indesiderate e l’invio di comunicazioni pubblicitarie verso tutti, tranne coloro che si iscrivono”.

E non è tutto. In caso di violazione delle regole da parte delle società, sull’utente grava anche l’onere di segnalare la violazione al Garante della privacy, che potrà applicare solo una multa all’azienda colpevole, senza prevedere alcun risarcimento a favore dei consumatori danneggiati.

Ci sono poi problemi di natura burocratica che non sono di semplice soluzione. “L’iscrizione al registro”, fa sapere ancora l’Adoc, “non è applicabile ai numeri inseriti negli elenchi privati, ad esempio i numeri ceduti a terzi al momento della firma di un contratto”. Risultato: la società chiamante può solo dichiarare se il numero era sull’elenco pubblico o meno, ma il consumatore non può sapere da quale elenco è stato preso il numero.

Secondo l’associazione, a questo punto c’è il rischio anche che i costi a carico dei cittadini aumentino. “L’invio di massa di materiale pubblicitario”, dice ancora Pileri, “potrebbe provocare un rallentamento nella gestione del servizio postale ordinario, provocando un aumento dei costi a carico dei cittadini”. “Inoltre, dal punto di vista ambientale”, conclude il presidente, “potremmo assistere a uno spreco dannoso e inaccettabile, sia per quanto riguarda la quantità del materiale inviato sia per il suo smaltimento”.

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