09/11/2011
Per confermare una contravvenzione, la vostra parola non
conta meno di quella dei vigili che ve l'hanno inflitta. Questo, almeno, è
quello che si ricava dalla sentenza n. 21514 della seconda sezione civile della Corte di Cassazione, che
ha dato torto all'agente che aveva elevato una multa al passeggero di un auto,
coinvolto in un incidente e trovato senza cintura di sicurezza. Nel ricostruire la vicenda, la Corte spiega che gli agenti,
intervenuti a seguito di un incidente stradale, avevano riscontrato che
"le cinture di sicurezza del passeggero erano bloccate nella propria sede,
in quanto il montante ove era installata la cintura di sicurezza risultava
piegato in seguito all'evento". Secondo gli agenti, se il passeggero avesse indossato la
cintura di sicurezza queste avrebbero dovuto rimanere avvolte, ma non bloccate.
Contro la decisione del giudice di pace, il multato ha fatto ricorso in
Cassazione sostenendo che la convalida della multa era avvenuta basandosi
esclusivamente sulla parola degli agenti, senza attendere che venisse fornita
la cartella clinica che, a sua volta, avrebbe escluso la violazione dell'obbligo
di indossare le cinture.
Alberta Perolo