09/08/2011
Dal 1 gennaio 2011 è entrato ufficialmente in vigore il divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica. Non è stato difficile abituarsi a portare da casa la busta in stoffa quando si va a fare la spesa (quelle biodegradabili, si sa, si rompono subito). Ma ora il governo va oltre con un disegno di legge che promuove anche le politiche del riuso. Lo schema del ddl è stato approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 3 agosto. Per quel che riguarda il divieto tutto resta invariato: come disposto dalla legge Finanziaria 2007 i “sacchi per l’asporto delle merci” di plastica sono vietati, ma viene posto rimedio alla mancata applicazione del “programma sperimentale per la progressiva riduzione di sacchi non biodegradabili”. In pratica, il divieto doveva essere accompagnato da un percorso graduale, ma ciò non è avvenuto.
Il disegno di legge appena approvato prevede la promozione delle politiche del riuso e l’impegno a informare il pubblico sulla corretta gestione del ciclo dei rifiuti relativo ai sacchi per l’asporto delle merci. Ma soprattutto il ddl definisce a quanto ammontano le sanzioni: da 2.500 a 25.000 euro con la possibilità di aumentarle fino al quadruplo. I sacchi per l’asporto delle merci commercializzabili devono risultare conformi ai criteri fissati dalla normativa comunitaria. Sono esclusi però dal divieto i sacchi per l’asporto delle merci, di spessore superiore a 400 micron con manici accessori e di dispositivi di chiusura che favoriscono il loro riutilizzo duraturo e li dotino di un autonomo valore economico.
Eleonora Della Ratta