27/10/2011
Uno spettatore si avvia all’uscita del cinema dopo aver
visto un film. Scende le scale e... gli mancano letteralmente sotto i piedi. La
caduta provoca al malcapitato la frattura scomposta di una gamba. Inizia qui
una battaglia legale contro il gestore del cinema, fino alla Corte di
Cassazione dopo il giudizio a lui contrario dei giudici di merito che lo
condannano al pagamento di una cifra risarcitoria di 900 euro. Alla base della
motivazione, la pessima condizione di manutenzione delle scale. La Cassazione
ha rigettato il ricorso del gestore stabilendo che "il tribunale ha
legittimamente ritenuto accertato che le cause della caduta dovevano ricercarsi
nello stato di sconnessione delle scale, non a norma, come chiaramente emerso
dalla relazione peritale, oltre che nell’insufficienza del sistema di
illuminazione delle luci segna passo. In particolare, sono state richiamate le
dichiarazioni della stessa (ndr. vittima dell’incidente) che ha riferito di
aver perso l’equilibrio essendogli venuto a mancare l’appoggio del piede
sinistro, probabilmente dovuto, secondo quanto accertato dal giudice del
merito, alla presenza di un vuoto sul pavimento, profondo 50 cm e largo 15/16,
e comunque alle gravi sconnessioni delle scale riscontrate dal perito. E dunque
ha legittimamente concluso il tribunale, proprio a causa delle cattive
condizioni di manutenzione delle scale, (ndr. la vittima) aveva perso l’equilibrio
ed era caduto procurandosi le lesioni sopra
descritte, anche se non era stato sicuramente accertato se la caduta fosse
stata determinata dal vuoto, un vero e proprio trabocchetto, la cui presenza è
stata rilevata presso il sedile della quarta fila di poltrone, ovvero da una
delle altre sconnessioni segnalate".
Alberta Perolo