31/08/2011
Nepotismi, favoritismi e corruzioni varie: il mondo dei concorsi, specie quelli per pubblici impieghi, finisce spesso sotto i riflettori per anomalie che hanno come conseguenza quella di punire candidati davvero meritevoli. Tra i casi-tipo c'è quello del commissario che è zio, cugino, suocero di qualcuno degli aspiranti al posto indicato dal bando. Il Consiglio di Stato ha preso posizione con la sentenza n. 4782 delineando i contorni di un caso che specie in ambito scientifico accadde frequentemente: quando il commissario e il candidato hanno pubblicato insieme una o più opere non c'è obbligo di astensione del componente dalla Commissione giudicatrice. L'astensione è obbligatoria solo nelle ipotesi di comunanza di interessi economici di misura tale da far emergere il ragionevole dubbio che il candidato venga giudicato non secondo criteri oggettivi ma in base alla conoscenza personale dell'esaminatore.
A.P.