22/12/2011
Fuga di cervelli, ma a nome dell’Università
italiana. I migliori ingegneri delle nostre università vengono spesso chiamati
all’estero per portare avanti iniziative di riqualificazione, progettazione e
sviluppo. Questa volta, però, non si tratta di una “fuga”, ma di un accordo che
porta la Fondazione del Politecnico di Milano a lavorare in Pakistan. Sono stati infatti redatti progetti per un
valore di 7 milioni di euro e tre anni di lavori per la riqualificazione
del centro storico della città di Multan City, dove è stato firmato un accordo
con la Fondazione Politecnico di Milano per un piano di intervento finalizzato
a migliorare le condizioni ambientali e urbanistiche.
Saranno 30 tra professori e ricercatori
dell’università milanese, infatti, a occuparsi della pianificazione
urbanistica, l’analisi dei flussi di traffico, il sistema di approvvigionamento dell'acqua e i servizi
igienico-sanitari, il monitoraggio della qualità dell’aria, il controllo
dell’inquinamento e dello smaltimento dei rifiuti, la riqualificazione delle
strade, gli interventi architettonici per preservare gli edifici più antichi e
pregevoli. Gli ingegneri del Politecnico di Milano, considerata una delle prime 50 università al mondo per specializzazione
in questi campi, dovranno offrire consulenza per circa 1,2 milioni di euro.
Saranno poi imprese pakistane e italiane a attuare i piani di intervento che
dureranno circa 30 mesi.
«Oltre 30 persone, professori, ricercatori e
project manager stanno lavorando al progetto impegnandosi per raggiungere il
risultato – spiega Giampio Bracchi,
Presidente della Fondazione Politecnico di Milano (nella foto) -. Ci proponiamo di ottenere un modello che
possa adattarsi a tutto il territorio del Pakistan, basato sul lavoro di
squadra e sul sostegno reciproco». Per i professionisti del Politecnico è anche
un’occasione per collaborare con i colleghi della Bahauddin Zakariya
University, partner scientifico dell’operazione.
Eleonora Della Ratta