Insegnanti, il concorso è a rischio

Un'ennesima serie di ricorsi potrebbe fermare il reclutamento dei docenti dopo 13 anni dall’ultimo concorso. In atto un aspro scontro tra interessi, con un eccesso di litigiosità.

26/10/2012
Un'immagine della manifestazione degli insegnanti precari contro il concorso indetto dal Ministero (Ansa).
Un'immagine della manifestazione degli insegnanti precari contro il concorso indetto dal Ministero (Ansa).

Il concorso per gli insegnanti – fortemente voluto dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo (le domande possono essere presentate fino al 7 novembre) – è a rischio.

A partire dalla pubblicazione del bando in Gazzetta Ufficiale, si sono profilati i primi ricorsi: inizialmente il Codacons del Lazio, poi l’Associazione sindacale diritti della scuola e in seguito la Gilda, il sindacato autonomo degli insegnanti. Ciascuna di queste organizzazioni critica particolari aspetti della procedura, che dovrebbe mandare in cattedra, dal prossimo anno scolastico, 12 mila nuovi docenti.

Non è un concorso per giovani
È vero, il bando non è perfetto, anzi ha deluso le attese. Ad esempio, i criteri di accesso sono troppo restrittivi: possono partecipare soltanto coloro che siano già abilitati e quanti si siano laureati da almeno una decina d’anni.

Dunque non c’è spazio per i giovani. Cosa che invece sarebbe servita per svecchiare una classe docente la cui età media è tra le più alte d’Europa. Tanto più che questa scommessa sui giovani era uno dei punti su cui Profumo aveva più insistito nell’annunciare di voler far ripartire il reclutamento dei docenti dopo 13 anni dall’ultimo concorso ordinario.

Eccesso di contenzioso

Dunque hanno i loro motivi per ricorrere sia i “precari storici”, che rischiano di vedersi scavalcati e superati in graduatoria da docenti con meno anni di insegnamento, sia i neo-laureati, che si vedono esclusi dalla possibilità di partecipare.

Ciò che però appare inaccettabile è che ogni iniziativa per migliorare il sistema dell’istruzione venga messa in discussione e poi bloccata da ricorsi e sentenze. Come Paese, scontiamo un altissimo grado di “litigiosità legale”: ne è spia il fatto che il numero degli avvocati è tra i più elevati in Europa. Ma scontiamo, soprattutto, una cronica sfiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini.

Interessi individuali e collettivi

Si veda quanto è accaduto con i docenti che hanno vinto il concorso per dirigenti scolastici in Lombardia: al momento non hanno potuto prendere servizio, perché si aspetta il pronunciamento del Consiglio di Stato su un ricorso presentato dagli esclusi.

Per fortuna viviamo in uno Stato di diritto in cui gli interessi dei singoli sono tutelati da organismi competenti. Ma non si può, per questo, compromettere il funzionamento dei servizi utili alla collettività. Specialmente della scuola, che è uno di quelli essenziali.

Roberto Carnero
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