25/11/2011
È un viaggio lungo la linea dell’equatore, attraverso Africa, Asia e Sud America, la nuova serie in tre puntate “Equator”, in
onda su Rai5 il venerdì alle 22.15 a partire dal 25 novembre. Un
documentario, ma anche un’inchiesta, condotto da Simon Reeve, nel quale
si mescolano tragedia, ironia, avventura e scenari di grande bellezza. Il
viaggio comincia in Africa: continente lacerato dalla povertà, dalle
malattie e da mille contraddizioni. L’impatto per il reporter è molto
duro: il primo paese che attraversa è il Gabon, ricco di petrolio. La
sua capitale, Libreville, ha mantenuto a lungo il primato del mondo per
consumo di champagne, indicatore significativo della disparità tra
ricchi e poveri in questo paese. Poco più a est, sulla linea
dell’Equatore, si trova un villaggio ai cui abitanti è stata proibita la
caccia e per guadagnarsi da vivere devono ora esibirsi in danze
tradizionali per i turisti.
Per essersi rifiutata di pagare 2.000
dollari al giorno, la troupe televisiva è stata abbandonata dagli
autisti nel cuore della foresta pluviale. In questa circostanza Reeve ha
contratto la malaria ed è stato costretto ad interrompere il viaggio
per curarsi. Prima di continuare l’escursione verso est, i locali gli
sconsigliano di recarsi in Congo-Brazzavile, dove il rischio di un
contagio di ebola è altamente probabile. Per questo la meta successiva è
la Repubblica Democratica del Congo, paese dilaniato da decenni dalla
guerra e dove dal 1998 almeno quattro milioni di persone sono state
uccise.
Reeve incontra molti abitanti con cui riesce a instaurare un
dialogo: uomini donne e bambini lavoratori, che raccontano alle
telecamere le loro condizioni di vita. Il cuore dell’Africa, tra
l’Uganda e il Kenya (meta conclusiva del tour africano) è anche un
susseguirsi di scenari mozzafiato, corsi d’acqua ideali per il rafting, e
una fauna variegata: scimmie dispettose, imponenti rinoceronti e una
distesa infinita di fenicotteri rosa.
Silvio Magnozzi