Foibe

Il documentario di Roberto Olla stasera su Tv7

10/02/2012

“Foibe”  è un film documentario in 3D realizzato in occasione del “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime  delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata che da otto anni si celebra in Italia il 10 febbraio e che Rai propone nell’ambito delle tante iniziative dedicate a questa giornata.  Scritto e diretto dal giornalista del Tg1 Roberto Olla, sarà trasmesso stasera per lo speciale Tv7 in onda su Rai1 alle 23.25. “Foibe” è  stato donato al Museo della Cultura Istriana ed è in proiezione continua all’ingresso della Foiba di Basovizza per tutti i visitatori. La tecnologia 3D ha consentito di dare agli spettatori una dimensione reale delle foibe e dell’incubo  generato da questi buchi neri che sprofondano all’improvviso verticalmente nella terra raggiungendo profondità di oltre 100 metri. Nel corso delle riprese è stato possibile entrare con le telecamere 3D dentro le foibe per far capire meglio al pubblico il dramma vissuto, dal 1943 al 1945, alla fine della Seconda Guerra mondiale.  

Il documentario è dedicato alla figura di Graziano Udovisi, deceduto mentre iniziava la preparazione di questa produzione.  Udovisi, grande testimone impegnato in un continuo rapporto con gli studenti, era un giovane militare italiano infoibato e sopravvissuto alla caduta. Era riuscito a riemergere dalla foiba nella notte e a raggiungere la sua casa per nascondersi. Era l’unico che potesse far rivivere l’atroce sensazione di sentirsi morire cadendo in un buco nero nella terra. Ecco il passaggio del suo racconto, quando è di fronte alla foiba, una notte di luna piena, e decide di buttarsi un attimo prima che i titini gli sparino addosso, sperando di morire subito. Invece… “Un alberello che sporgeva mi trattiene un momento. È  stato anche quel momento, ripensandoci dopo, che ha permesso agli altri di cadere, tutti quanti,  e di cadere dove? Dentro l’acqua. Era una foiba chiusa, una foiba piena d’acqua. Con un salto di una ventina di metri sono piombato anche io dentro e dimenandomi perché sapevo che bastava ingoiare una sola boccata d’acqua e si era perduti. Non avrei mai più rivisto nessuno…Ho trattenuto il respiro, ho forzato e questa mano l’ho liberata, l’altra mano è stato semplice liberarla… e quando ho dato un colpo per poter risalire ho incontrato una zolla di terra con dell’erba. Non era erba, era la testa di quello che stava appresso a me…l’ho presa con forza e l’ho tirata su.  Ho salvato un altro che non era stato neppure lui scalfito da un colpo di mitra”.

Silvio Magnozzi
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