29/03/2012
Dopo una sola puntata a fianco di Enrico Brignano,
anche Claudio Amendola lascia Le Iene. Dall'addio di Luca
e Paolo, hanno già preso e abbandonato il testimone Luca Argentero,
Alessandro Gassman e Pippo Baudo. Nel caso di Amendola, però, non si
tratta di un addio, ma di un arrivederci: il medico ha imposto
all'attore quattro settimane di risposo per l'eccessivo
stress accumulato sul
set de I Cesaroni e del nuovo film di Marco Risi. Intanto, la scaletta della nuova puntata in onda stasera alle 21.10 su Italia 1 prevede un servizio di Nadia Toffa che fa luce su alcune presunte irregolarità di un sito di poker online con dominio ".com" denunciate
alla Iena da un giocatore, nonché ex-agente del sito stesso. Non tutti
gli appassionati sanno, infatti, che solo i siti di giochi con dominio
".it", in cui si puntano soldi veri, sono controllati e approvati con il
marchio AAMS (Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato) che
regola in Italia il comparto del gioco pubblico attraverso una verifica
costante dell'operato dei concessionari. L'intervistato afferma che il
sito in questione (che conta oltre 3000 giocatori per un fatturato di 10/15 milioni di euro al mese) in realtà incrementa i propri introiti grazie a vere e proprie scorrettezze.
Tra queste l'utilizzo di finti giocatori, in realtà programmi che
puntano ad intervalli regolari come se fossero persone in carne ed ossa
e, soprattutto, la possibilità per i gestori del sito di poter visionare
tutte le carte dei giocatori al tavolo virtuale, come se fossero
scoperte, falsando così le partite. Per dimostrare quanto detto, l'uomo
mostra una partita a due con un altro pokerista online del quale è in
grado di vedere, in ogni momento, le carte.
Angela Rafanelli accende invece i riflettori su un'ordinanza del 2005 che l'allora sindaco di Verbania aveva firmato per limitare l'utilizzo delle slot-machine e
dei giochi a premi nel comune dalle ore 15.00 alle ore 22.00. Alla base
della decisione presa dal primo cittadino c'era la volontà di tutelare
le fasce più deboli della popolazione come gli studenti che spesso
"bigiavano" la scuola per giocare (benché sia espressamente vitato ai
minorenni) o i pensionati. Ora la società che gestisce nella zona tali
macchinette ha vinto il ricorso al Tar di Torino, estendendo l'orario di
utilizzo di tali giochi a discrezione degli esercenti e chiedendo,
inoltre, un risarcimento al comune di Verbania per i mancati guadagni
seguiti all'ordinanza comunale, di 1.350.000 euro. Alla base della
sentenza del Tar sembrerebbe esserci una vecchia legge del 1931, che
valuta il gioco come una questione di sicurezza e ordine pubblico e non
una questione sanitaria, benché da anni l'Organizzazione Mondiale della
Sanità ritenga il gioco d'azzardo problematico come una vera patologia. Mauro Casciari indaga
su una nota azienda multinazionale del videonoleggio, la cui succursale
italiana è in liquidazione. La Iena racconta che a casa di oltre 60.000
clienti (e non) sono giunte richieste di pagamento per un totale di 3 milioni di euro senza che fosse indicata alcuna motivazione,
con minacce di azioni legali in caso di mancato versamento. Casciari
raggiunge, quindi, il liquidatore della società per avere delucidazioni
in merito alle strane lettere recapitate.
Silvio Magnozzi