L'Onda lunga di Luisella

Una bionda alla Hitchcock fa ottimi ascolti con un programma di informazione, nel deserto estivo della Tv, tenendo botta anche ai Mondiali. E lei ci spiega perché.

30/07/2010
Luca Telese e Luisella Costamagna
Luca Telese e Luisella Costamagna

Mai titolo di programma fu più azzeccato. "In onda", con Luisella Costamagna e Luca Telese, viene trasmesso ogni sera da La7 alle 20.30 all'interno di un desolante panorama di repliche, film preistorici e tristissimi premi per vip o presunti tali da amene località che popolano i palinsesti di Rai e Mediaset. "In onda“, invece, è la dimostrazione che si può rischiare un programma di informazione nuovo anche in estate, raggranellando ottimi ascolti. «Abbiamo fatto ottimi ascolti fino al 4 di share medio e abbiamo tenuto molto bene perfino contro eventi mediatici come le semifinali dei Mondialii», commenta soddisfatta la bionda giornalista torinese lanciata da Michele Santoro. «Certo, beneficiamo del traino eccezionale del nuovo Tg di Enrico Mentana, ma anche prima che iniziasse i nostri ascolti erano molto buoni».

La formula di "In onda" ricalca quella dei primi "Otto e mezzo", quelli condotti in coppia da Giuliano Ferrara e Gad Lerner per intenderci. Visti gli ottimi risultati, avete intenzione di soffiare il posto a Lilli Gruber?
«No, assolutamente. Noi andremo avanti fino al 10 settembre e poi riprenderà "Otto e mezzo", condotto anche in quest'edizione dalla Gruber. Lei è una grandissima professionista che ha consolidato gli ascolti già ottimi dei suoi predecessori».

Per restare a Giuliano Ferrara e Gad Lerner, la loro conduzione era costruita sulla conflittualità, sullo scontro di personalità molto forti e diverse, pur nel rispetto reciproco. Com'è invece il tuo rapporto con Luca Telese?
«Per entrambi la co-conduzione di un programma è un'esperienza nuova, che cerchiamo di affinare puntata dopo puntata. Diciamo che giochiamo a fare io la secchiona algida e lui il discolo imprevedibile».

Tra i vostri ospiti, avete avuto il ministro Renato Brunetta, uno che è riuscito a mettere a disagio anche una conduttrice tostissima come Daria Bignardi. Anche con voi non è stata una passeggiata...
«Sì, lui è una vera corazzata. È preparatissimo e sempre pronto a metterti in difficoltà, ma penso che ce la siamo cavata bene. Gli abbiamo fatto tutte le domande che volevamo e lui ha risposto».

E chi vorreste avere in futuro?
«Il meglio che la politica ci offre: se Berlusconi, Fini o Bersani volessero venire, sarebbero i benvenuti, così come altri personaggi non legati alla politica. Un sogno? Adriano Celentano».

I giornalisti hanno appena fatto uno sciopero contro la legge sulle intercettazioni in discussione in Parlamento. Non pensi che gran parte dell'opinione pubblica sia indifferente a questa battaglia?
«Credo che occorra distinguere fra chi legge abitualmente i giornali e chi si informa solo attraverso la Tv: i primi sicuramente comprendono le ragioni della protesta, i secondi molto meno, per la semplice ragione che su questi temi l'informazione televisiva è assente o molto superficiale. Ma è importante far comprendere a più gente possibile la gravità di questa legge non tanto per le ripercussioni sulla libertà di stampa, ma per le conseguenze nella lotta alla criminalità. Condivido in pieno l'allarme lanciato dal Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Se giornalisti in futuro scriveranno meno su certi temi, sarà perché anche i magistrati avranno maggiori difficoltà nelle indagini».

Non pensi che i giornalisti abbiano delle responsabilità in quanto sta avvenendo? I sostenitori della legge sostengono che i giornalisti per comodità per troppo tempo si sono limitati a fare da portavoce alle Procure, rinunciando a svolgere inchieste su temi scottanti in autonomia.
«Sicuramente in passato ci sono stati abusi nella pubblicazione di intercettazioni che in realtà erano puro gossip. Ma non c'è dubbio che fare oggi questo mestiere in piena libertà sia molto complicato. In un Paese che riesce a zittire grossi calibri come Enzo Biagi e Michele Santoro (e io ne so qualcosa perché ai tempi dell'“editto bulgaro“ lavoravo con lui) è difficile pretendere da un giornalista, magari precario, di immolarsi per cause che neanche l'opposizione al Governo sa portare avanti con efficacia».

Eugenio Arcidiacono
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati