17/10/2011
Stasera su La7 alle 21.10 L’Infedele propone un’analisi storica della realtà italiana. La tesi proposta da Gad Lerner è che tra i lanzichenecchi black bloc che riesumano
la parodia del sacco di Roma (1527), e i capitani di ventura divenuti
esperti in imboscate parlamentari (sempre intenti, direbbe il
Guicciardini, al loro “particulare”), si riproduce la situazione che
provocò la fine del Rinascimento italiano e la lunga stagione delle
dominazioni straniere. Proprio come nel 1500, il secolo in cui l’Italia perse il
primato culturale e commerciale che l’aveva resa florida negli anni
dell’Umanesimo e del Rinascimento. In studio per discuterne, il più
autorevole studioso del Cinquecento italiano, Massimo Firpo, membro
dell’Accademia dei Lincei e docente di Storia moderna all’Università di
Torino e i promotori della
manifestazione degenerata in scontri di piazza sabato a Roma: Giuseppe De Marzo del “Coordinamento 15 ottobre”, la studentessa
bolognese Martina Fabbri, ferita dalla polizia durante una contestazione
alla filiale della Banca d’Italia, Ida Dominijanni de “Il
Manifesto” e Paolo Limonta, coordinatore dei Comitati per Pisapia
sindaco di Milano.
Di fronte a loro gli interlocutori che rifletteranno
sui “capitani di ventura” che dilaniano il centrodestra: uno dei fondatori di Forza Italia, il professor Giuliano Urbani, a
confronto con Giorgio Straquadanio, deputato Pdl; e inoltre l'esperto di vicende leghiste, Gilberto Oneto, con il sindaco di
Macherio, Giancarlo Porta.
Nel corso della serata si darà conto della campagna “L’Italia sono
anch’io” per la cittadinanza ai figli degli immigrati e il diritto di
voto ai residenti nelle elezioni amministrative. Il contributo musicale
vedrà come protagonista il primo flauto solista della Scala di Milano,
Davide Formisano, accompagnato al pianoforte da Takahiro Yoshikawa.
Eugenio Arcidiacono