28/02/2011
Felicia Impastato con una foto del figlio Peppino
La nuova puntata del ciclo di Correva l'anno per 150° anniversario
dell’Unità d’Italia sarà dedicata all’impegno delle donne contro la mafia,
alla disperazione e al coraggio di quelle madri, figlie, sorelle e
vedove che hanno visto i loro cari morire ammazzati e non si sono
rassegnate, non hanno taciuto. Tutt’altro: hanno rotto l’omertà, hanno
denunciato, testimoniato, rischiato la loro stessa vita.
In Donne e coraggio, cinque storie di amore, dolore, orgoglio e desiderio di giustizia. A partire da quella di Michela Buscemi, figura
simbolo della lotta contro la criminalità organizzata, che al
maxiprocesso di Palermo fa nomi e cognomi degli assassini dei suoi
fratelli. Facendo poi un passo indietro nel tempo, la vicenda di
Francesca Serio, madre del sindacalista Salvatore Carnevale ucciso nel 1955 per le sue battaglie contro il latifondo. Poi,
Serafina Battaglia, donna di mafia, capace anche di accettare
l’assassinio del marito, ma non quello del figlio. Decide allora di
parlare. Ma si parla anche di Felicia Impastato (foto), moglie di un mafioso
legato a Tano Badalamenti, il responsabile dell’assassinio di suo figlio
Peppino. L’omicidio avviene il 9 maggio 1978, lo stesso giorno in cui
viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro. Forse, anche per questo, la
storia del giovane siciliano sarebbe rimasta sconosciuta ai più per
ventidue anni, fino a quando, nel 2000, esce nelle sale italiane il film
I cento passi, di Marco Tullio Giordana.
Infine la storia della
giovanissima Rita Atria, testimone di giustizia
dopo la morte del fratello, che si fida ciecamente di un giudice, Paolo
Borsellino. Quando anche questi viene trucidato dalla mafia lei,
travolta dal dolore e dalla disperazione, si uccide buttandosi dalla
finestra della casa di Roma. In conclusione, come di consueto, l’editoriale di Paolo Mieli.
Lunedì 28, 21.05 - Rai 3
Eugenio Arcidiacono