29/08/2011
A vent’anni dall’assassinio, Rai2 ricorda il coraggio di Libero Grassi con “Libero nel nome”,
documentario in onda stasera alle 23.40, che Pietro Durante ha
dedicato all’imprenditore ucciso dalla mafia il 29 agosto 1991. È il
10 gennaio di quell’ anno quando, Libero Grassi, imprenditore
palermitano, si rivolge direttamente agli estorsori, che da lui
pretendono il pizzo, con una lettera pubblicata in prima pagina sul
Giornale di Sicilia. Per molti è la data che segnò l’inizio della lotta
al racket. Da quel momento nessuno può dire “io non sapevo”. Libero
Grassi non ha una statua che lo ricorda, né una piazza o molte vie a lui
intitolate. Libero Grassi ha una lapide, scritta a mano e una macchia
rossa dipinta ogni anno dalla moglie e dai figli, sul marciapiede dove i
killer di Cosa Nostra lo hanno ucciso sparandogli alle spalle.
Molti
anni più tardi, la sua idea ha scatenato una rivoluzione possibile che
oggi coinvolge oltre diecimila cittadini palermitani che si riconoscono
nella frase “un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza
dignità”. La vicenda di Libero Grassi viene rivissuta, in questo
documentario, dalla moglie e dai figli che ora raccontano anche una
nuova storia: quella della sua eredità morale. Mentre i ragazzi di
“Addiopizzo”, con Tano Grasso, un imprenditore che come Grassi si è
ribellato, insieme al presidente dell’associazione Libero Futuro e
insieme a chi ha voluto la modifica del codice etico di Confindustria,
raccontano una straordinaria Palermo animata da una nuova
dignità.
Silvio Magnozzi