Storie di donne

Anna Oxa è fra le protagoniste del programma di Canale 5

10/08/2011

Stasera alle 23.30, sesto appuntamento con "Storie di donne", il programma della seconda serata estiva di Canale 5 che dà voce all'universo femminile attraverso racconti di donne famose e donne comuni. Inizia la cantante  Anna Oxa  che ha fatto del trasformismo la sua immagine, una donna ancora oggi in continua evoluzione, capace di mettersi in gioco nei momenti di crisi per rinascere, come un'araba fenice, dalle sue stesse ceneri, anche se questo vuol dire non essere capita dalla gente. Della sua infanzia la Oxa ricorda la mancanza del padre, perso all'età di 8 anni, del malessere vissuto a partire da sua madre "il suo dolore si è trasferito dentro di me, ho vissuto le sue problematiche, quelle dei miei fratelli per poi scoprire che anche mio padre aveva un lato fragile. Cercavo sempre mio padre negli altri. Sono stata anche io una mamma apprensiva poi sono diventata una guida".  

E ancora, il racconto di Anna Rangelova, una giovane bulgara di 24 anni che nel 2007 è stata arrestata per traffico di stupefacenti , detenuta prima nel carcere di Monza e poi di Bollate. Anna aveva scelto di diventare un corriere per comprarsi una macchina e un negozio nonostante fosse cresciuta in un ambiente lontano dalla malavita e oggi rivede quei momenti del suo arresto: "Sono arrivata e camminavo nel corridoio tutto buio, sentivo gli occhi che mi fissavano e mi dicevo dove sono caduta! Le pareti verdi chiaro non le dimenticherò mai, gli sgabelli fissati a terra con i chiodi, le sbarre dove potevi mettere solo fuori un dito… la prima notte ho pregato che domani mi sarei svegliata a casa  mia, che fosse tutto un sogno invece il giorno dopo invece ho visto che era tutto vero".     Quello che fa più male ad Anna è aver rovinato il rapporto con la madre, un medico che le aveva insegnato cosa fosse giusto e sbagliato nella vita e ancora oggi il dialogo con lei è difficile perché "non mi perdono che non ci ho ragionato sopra, ero così superficiale e ho perso l'opportunità di studiare, ho perso i miei migliori anni, mia madre… quando litighiamo le dico che ora so distinguere il bene dal male e non puoi rinfacciarmelo, non ti devi preoccupare perché così non posso andare avanti, torno sempre indietro. Il mio futuro? Non lo vedo, forse è brutto da dire, ma vorrei rimanere così come sono. Ora devo aiutare mia madre, per forza, perché tutti questi anni siamo state lontane.  In carcere impari ad essere responsabile, devi vedere le conseguenze di ogni tua mossa anche innocente e pensarci prima. Ora la prima cosa che farò quando uscirò - conclude Anna che al momento dell'intervista stava scontando gli ultimi giorni di carcere- è andare al mare con lei, il mare mi manca, è lì che senti il vento, la sabbia, il posto in cui ti senti veramente libero". 

L'ultimo racconto è quello di Katia Figini, 35 anni trial runner, un passato di segretaria dietro una scrivania prima di iniziare a correre nei deserti "con uno zaino sulle spalle dove ti devi portare tutto nei deserti dove ti senti così piccolo". Katia, che ha scelto anche di correre per portare un messaggio  legato alla violenza sulle donne con  un progetto che si chiama "Run for women" e che prevede la corsa di cinque deserti in cinque continenti in un anno, racconta dei pochi soldi che si vedono nella corsa e di come vive realizzando filmati e documentari. Una vita completamente nuova a cui non rinuncerebbe più anche perché le fa apprezzare le piccole cose della vita. "Si torna felici di avere quello che si dà sempre per scontato, un letto, il fatto che apri il rubinetto ed esce l'acqua, lavarsi i denti con uno spazzolino grande perché io lo taglio per farlo pesare meno, e sono felice. Il mondo è grande e dobbiamo ancora fare tanti chilometri!".   

Su Tgcom (http://www.tgcom.mediaset.it/) è disponibile una pagina web dove è possibile segnalare la "propria" storia di donna. 

Silvio Magnozzi
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