In mostra gli eroi di Carosello

Da El Merendero a Jo Condor fino all'Omino coi baffi: i protagonisti del primo programma pubblicitario Rai si possono rivedere sino al 31 dicembre al Museo del Fumetto di Lucca.

28/10/2010

Il più famoso è l’Omino coi baffi . Fa capolino dalla moka che migliaia di italiani usano  ogni mattina per il loro caffè del buon risveglio. Ma chi non conosce anche Calimero Pulcino nero o Paolista e Carmencita? Gli ex bambini degli anni Sessanta e Settanta non possono non ricordare con tenerezza Susanna Tuttapanna, Toto e Tata, Olivella e Mariarosa l’Invidiosa, l’Omino della Permaflex, la pazza orchestra giramondo Tacabanda, Jo Condor e El Merendero. Quanto agli appassionati di spaghetti western, provano ancora simpatia per Gringo, pistolero che sparava ai cattivi in un insolito fotoromanzo animato, con intensi primi piani alla Sergio Leone.
 
   Naturalmente stiamo parlando dei personaggi del Carosello, il primo e più noto programma pubblicitario della Rai, quello che ha mandato “tutti a nanna” i ragazzini dal 1957 al 1976. Queste sono infatti le date della nascita e dell’ultimo anno di edizione di quell’insolito siparietto, che è stato per vent’anni una scuola a una gara di regia unica al mondo. Nel momento in cui l’Italia stava crescendo dal punto di vista sociale e industriale, il Carosello raccontava piccole storie nell’arco di qualche minuto utilizzando tutti i linguaggi dello spettacolo e della neonata comunicazione televisiva: dal varietà allo sceneggiato dall’animazione al balletto, dalla musica lirica al coretto
Tutto per comunicare agli italiani, con simpatia e in modo rassicurante, il messaggio pubblicitario che arrivava dalla nuova società dei consumi. Il nome del prodotto poteva essere nominato solo alla fine, nel cosiddetto “codino”.

   L’Omino coi baffi e tutti gli amici di Carosello si possono incontrare in questi giorni a Lucca,  approfittando magari della simpatica occasione di Lucca Comics & Games 2010, tradizionale Festival Internazionale del Fumetto (dal 29 ottobre al 1° novembre),  presso la mostra  “Arrivano i moschettieri dell'animazione”, allestita all'interno del Museo del Fumetto.

   Si tratta di una divertente retrospettiva sul mondo di Carosello e, di conseguenza, dell'animazione, che aiuta a comprendere il valore non solo artistico, ma anche sociale che la pubblicità ha avuto nell’Italia del boom economico. Vista l'importanza storico-culturale e didattica rivestita dalla mostra del MUF, essa è stato inclusa fra le manifestazioni culturali del programma per le celebrazioni nazionali per i 150 anni dall'Unità d'Italia. Naturalmente si avvale anche del fondamentale supporto della RAI, che ha messo a disposizione la gran parte del patrimonio audiovisivo proveniente dai suoi archivi.

UNA MOSTRA CHE SI FA IN QUATTRO

   Il percorso espositivo è in pratica sviluppato in 4 mostre e organizzato su oltre 2700 mq, dove sono esposti disegni, schizzi preparatori, rodovetri, fondali, fotogrammi tratti da animazioni, illustrazioni e fumetti per oltre 3.000 pezzi originali ed in gran parte mai esposti.

   - La prima mostra è introduttiva ed evidenzia il nascere dell'animazione italiana e dei primi grandi studi, che si specializzano nel periodo a cavallo tra gli anni 1950-1970 nella realizzazione di animazioni prima per le pubblicità di intermezzo cinematografico e poi per la televisione con l’avvento di Carosello.  Sono poi presentati i grandi personaggi dell'animazione italiana (Calimero, Draghetto Grisù, Coccobill, El Merendero, Toto e Tata, Angelino, Vigile Concilia, Tacabanda, Cimabue, Capitan Trinchetto, Svanitella, La Linea, Cavallino Michele, Gli amici di Gioele, Carmencita, Pippopotamo, Gli abitanti del pianeta Papalla, Riccardone e Riccardella, Ciuffo e Cioffo, La Smorfia, Vitaccia Cavallina, Pallina, Mammut, Babut e Figliut) tanto famosi da dar vita alla realizzazione di gadgets, pupazzi, fumetti, figurine, che negli anni del boom economico italiano furoreggiavano acclusi ai prodotti che i personaggi stessi reclamizzavano. 

   - La seconda mostra è una rassegna sul primo studio italiano d’animazione, lo studio Pagot dei fratelli Toni e Nino Pagot (oggi al timone della creatività ci sono i figli Marco e Gi). Questo grande studio ha realizzato il primo cortometraggio animato italiano: “I Fratelli Dinamite” e ha collaborato con Hanna&Barbera, Warner Bros e con alcuni importanti studi giapponesi.

    - La terza mostra presenta al visitatore una retrospettiva del lavoro dello Studio Paul Film di Modena di Paul Campani, che felicemente riuscì a coniugare l’arte del fumetto con quella dell’animazione realizzando famosissimi personaggi ancora indelebilmente presenti nella memoria collettiva italiana.

   - La quarta mostra presenta invece lo Studio Gamma Film dei fratelli Gino e Roberto Gavioli. Questa sezione contiene materiale esclusivo, che testimonia dell'attività di uno studio che negli anni Settanta contava ben 300 addetti ed era il più grande a livello europeo nel cinema d'animazione.

   Tutte le mostre sono accompagnate da una sezione di filmati composta da ben 300 ore di materiale audiovisivo.

   Il Muf, Museo Nazionale del Fumetto di Lucca (piazza San Romano 4; tel. 0583/56.326) è aperto tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 10 alle 18. Il biglietto d'ingresso costa 4 euro l'intero e 3 il ridotto ed è gratis per i bambini sotto i 5 anni.   



LE DATE E I NUMERI DI CAROSELLO  

3 febbraio 1957:  nasce Carosello.

1962
: la sigla viene cambiata; i nuovi disegni eseguiti a tempera raffigurano quattro celebri piazze italiane di Venezia, Siena, Napoli e Roma.  

1963: ascolto: 8.200.000.

1965: si calcola che l’audience di Carosello sia superiore ai 10 milioni di telespettatori.

1969: Carosello viene sospeso tre giorni per la strage di Piazza Fontana.  

1971: una selezione di Carosello viene presentata il 5 settembre al Museo d’Arte Moderna di New York, per iniziativa della Sipra.

1973: ogni carosello dura ormai 2’ 05” (e il codino 30”).

1974: il 3 gennaio nasce l’ultima versione della sigla; è solo più corta, con la musica resa più “moderna”. Ogni carosello dura 1’ 40”.  

1976: in agosto, un’indagine del settimanale Epoca ritiene che su 19 milioni di italiani che guardano Carosello, 9 sono bambini, e l’80% di questi pretende che i genitori comprino i prodotti reclamizzati.

Dal 1968 al 1976: hanno lavorato a Carosello ben 106 case cinematografiche. Solo quest’anno si calcola che il 57% dell’intera produzione filmata italiana è Carosello. Raffaella Carrà viene strapagata con un cachet di 80 milioni per una serie pubblicitaria.

31 dicembre 1976: va in onda l’ultimo Carosello.

Giusi Galimberti
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