18/05/2010
Flash mob a Kiev, in Ucraina.
Si trovano tutti in un luogo e a un'ora convenuti. L'appuntamento è fissato con il passaparola o attraverso i social network. O ancora con sms collettivi dai cellulari. Insomma, utilizzando quei collegamenti che i giovani amano definire delle "tribù". Una delle più acclamate band del momento, i Black Eyed Peas, ha definito i ragazzi di oggi la Now generation, la generazione dell'adesso, del subito. Sono abituati alla velocità, all'immediatezza. Così, anche questa forma di tam tam contemporaneo è una convocazione rapidissima. Per una mobilitazione (in gergo anglosassone una mob), di brevissima durata. Un flash.
Ed ecco l'origine dell'espressione inglese flash mob: un gruppo di persone si raduna all'improvviso in uno spazio pubblico, mette in pratica una coreografia, un'azione insolita e sorprendente per poi disperdersi subito dopo, come se niente fosse. Nella maggior parte dei casi, le regole dell'azione vengono illustrate ai partecipanti solo pochi minuti o poche ore prima dell'evento. In altri casi, soprattutto quando si tratta di balletti, vengono magari preparati con un certo anticipo. I passi spesso vengono inviati su Youtube, in modo che i partecipanti possano scaricare il video e studiarli. Per essere pronti, nel giorno dell'appuntamento, a muoversi a ritmo di musica, tutti insieme.
Proprio su Youtube, a proposito di questi raduni di massa, se ne vedono davvero di tutti i colori: da quella che viene chiamata milonga illegal (gli appassionati di tango argentino si trovano in un luogo convenuto per ballare fuori dalle tradizionali sale da ballo, così da non pagare i biglietti d'ingresso), a raduni di hip hop e street dance in centri commerciali e piazze di tutto il mondo. Basta cercare sul web, per divertirsi.
I flash mob sono rigorosamente apolitici, anche se in alcuni casi si tratta di spettacolari azioni dimostrative, per sollevare l'attenzione pubblica su problemi sociali o ecologici. A Londra, per esempio, un gruppo di donne incinta si è ritrovata in un parco per inscenare un'energica break dance e ricordare ai passanti quante donne nel mondo muoiono ancora oggi di parto.
Tra i balletti in preparazione in onda sui canali internet, c'è in questi giorni anche quello piuttosto buffo proposto ai suoi coetanei da Marco Mangoni con lo zampino del celebre coreografo della Rai Luca Tomassini. Il cantante di X Factor e Sanremo, amato da migliaia di ragazzine, dà appuntamento in strada "in tutte le città, in tutti i paesi, in tutto il mondo" per il suo flash mob, che si terrà il 19 giugno. Nel frattempo, i fan del cantante impareranno i passi, per fare bella figura in piazza! Un altro celebre flash mob passato via internet è stato quello per il Memorial di Michael Jackson. Anche in questo caso le coreografie hanno prima viaggiato sul web e all'appuntamento c'erano quasi cinquecento persone.
"Oggi i flash mob vengono utilizzati anche a scopo promozionale dalle aziende", spiega Emanuela Grungo, direttrice di Arcobalenodanza, una nota scuola di ballo di Milano, che con i suoi ballerini e i suoi allievi ha già partecipato a molti di questi eventi. "Anche la Nokia ne ha organizzato uno piuttosto divertente lo scorso 24 aprile in alcune città. Grande affluenza al Sud, per esempio a Catania. A Milano, nonostante la presenza del coreografo Garrison Rochelle, noto personaggio televisivo, la partecipazione è stata più freddina. Forse, proprio a causa del clima!".
Il flash mob con il maggior numero di partecipanti? A Londra nel 2007: circa 4 mila mobbers si sono riunite alla stazione Victoria con cuffiette nelle orecchie e si sono scatenati per due ore.
Giusi Galimberti