Parchi a rischio, scatta la protesta

La Manovra Tremonti prevede il taglio del 50% ai fondi per i parchi nazionali. A rischio i posti di lavoro ma anche la protezione della natura e dell'ambiente.

23/07/2010
Un'immagine della protesta ambientalista.
Un'immagine della protesta ambientalista.

Per salvare i parchi nazionali dal previsto taglio del 50% dei finanziamenti, contenuto nella manovra che sarà approvata dalla Camera dei deputati entro la fine del mese, oggi sono scesi in piazza a Roma gli ambientalisti. Si è tenuto un sit in di fronte al ministero dell’Ambiente al quale parteciperanno, oltre ai cittadini, anche coloro che lavorano nei parchi (direttori, dipendenti, guide, guardia parco, educatori ambientali).

     Il nostro Paese ha scelto un sistema originale per festeggiare l’anno della biodiversità, ossia quello di chiudere i parchi! Infatti con il  taglio previsto, le nostre aree protette non potranno mantenere gli impegni contrattuali già presi per la vigilanza, la fruizione e l’educazione ambientale. “Siamo tornati indietro di 50 anni”,  dichiara Fulco Pratesi, presidente onorario del WWF Italia e esponente di spicco di quel movimento di scienziati, intellettuali e gente comune che si sono battuti negli anni permettendo all'Italia di passare dallo 0,63% di territorio protetto all’11% di oggi. “Con questa manovra cancelliamo tutto. Non ci fermeremo finché Governo e Parlamento non rivedranno  questa decisione e alle nostre aree protette, di terra e di mare, verrà data la giusta dignità e considerazione nelle politiche nazionali. Le aree protette rappresentano una risorsa anche economica importantissima e in questo momento di crisi dovrebbero essere valorizzate e non abbandonate”, conclude Pratesi.

    Ma quanto costa tener in vita i parchi nazionali? Attualmente 50 milioni, una cifra cui si è arrivati dopo significative riduzioni operate nel corso del tempo. E va considerato che il bilancio 2009 è stato poi successivamente decurtato di circa 2,5 milioni di euro (fondi stornati per il terremoto in Abruzzo) e che il bilancio 2010 prevede una ripartizione similare a quella del 2009 pur non essendo ad oggi  ancora approvato. Eppure 50 milioni di euro l'anno per tutti i parchi è esattamente il decimo del costo di una fregata che la Marina Militare sta per acquistare. La Marina ne ha ordinate 6 e vorrebbe acquistarne ulteriori 4. Rinunciando a una sola nave militare si terrebbero in vita i parchi per ben 10 anni!

Gabriele Salari
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