20/05/2011
Dopo 100 anni passati a produrre creme di ogni tipo, per il viso, per il corpo, per le mani, Nivea ha deciso di scoprire se esiste una relazione tra il tipo di pelle e il carattere. Un’idea che può sembrare stravagante, ma dalla quale è nata una ricerca internazionale che ha coinvolto 8mila persone, sia uomini che donne, per capire quanto la propria storia personale influisca sullo stato di salute della pelle. Del resto, come fanno notare i ricercatori di Nivea, anche alcuni modi di dire come “avere una sensazione a pelle” danno ragione a questa intuizione. E i dati lo confermano: la pelle non è influenzata solo dal clima, dal patrimonio genetico, dall’alimentazione ma anche dall’umore, dalle emozioni e soprattutto dal nostro carattere.
L’indagine. Diretta da Iris Nowacki, psicologa e ricercatrice, l’indagine si è basata su interviste psicologiche: sono state formulate ipotesi che descrivono le tipiche correlazioni tra la percezione che si ha di sé e della propria pelle e hanno coinvolto persone tra i 18 e i 65 anni di otto diversi Paesi (Germania, Francia, Belgio, Olanda, Brasile, Russia, Cina e Stati Uniti). In un primo momento sono state fatte domande sul carattere, poi sullo stato della propria pelle.
I risultati. L’analisi delle risposte ha dato vita a cinque “personalità” cutanee. Gli attivi sono decisi e attenti al loro aspetto e usano prodotti specifici in base alle loro esigenze, come creme per pelli grasse o secche. I pensatori, tendenzialmente molto razionali, usano solo prodotti considerati necessari come deodoranti o protezioni solari; i cercatori, invece, vogliono essere accettati e riconosciuti, indecisi su cosa utilizzare spesso cambiano prodotto; i disponibili sono guidati dall’intuito e amano le profumazioni particolari e fuori dal comune. I moralisti, infine, negano l’importanza della bellezza, ma in realtà sono grandi consumatori di creme.