14/04/2011
Il designer canadese di origine anglo-egiziana Karim Rashid.
Canadese di origini anglo-egiziane, Karim Rashid, 50 anni, è uno dei fenomeni più incisivi del panorama creativo contemporaneo. E sicuramente anche uno dei designer più prolifici della sua generazione: oltre 3000 progetti realizzati, 300 premi di design ottenuti e lavori in 35 Paesi.
Tra i suoi progetti vincenti, oggetti democratici come l’onnipresente cestino Garbo, realizzato nel 1996, e la seduta Oh Chair realizzata per Umbra. Karim ha collaborato, tra gli altri, con Method e Dirt Devil per quanto riguarda il design democratico, con Artemide e Magister per l’arredamento, con Citibank. Audi, Deutsche Bank e Hyundai, con Samsung per l’high tech, con Veuve Clicquot e Swarovski per i beni di lusso.
Abbiamo incontrato Karim Rashid alla Triennale di Milano, durante la settimana del design a Milano, di passaggio per poche ore in Italia in occasione dell'inaugurazione della mostra Karim Sampler: un’esposizione di oltre 100 prodotti, che riassumono la personalità e la figura globale e poliedrica di questo artista, che come sottolinea il curatore Marco Casamonti “gode di una popolarità senza confini” ed è davvero un “creativo globale, che è riuscito a conquistare il mercato grazie al minimalismo e all’eccentricità dei suoi progetti”.
In che direzione deve muoversi oggi il design?
“Il design non deve riflettersi nel passato ma solamente nel presente. Non deve fare storia ma essere sempre "in the now”, nel presente”.
Da cosa nasce la sua ispirazione quando crea un oggetto?
“Difficile dirlo, ogni oggetto ha una genesi diversa, ma certamente tutto nasce dai grandi maestri, dagli incontri e dagli stimoli esterni che arrivano ogni giorno. Tutto può essere fonte di ispirazione: un libro, una città, un viaggio, un pezzo musicale o un'opera d'arte. Tutte insieme queste cose creano un unico background di esperienze ed emozioni da cui prendono forma i miei nuovi oggetti”.
Quanto è importante il design italiano nella sua formazione?
“Ho capito di voler diventare designer 32 anni fa, quando diciottenne presi parte al mio primo Salone del Mobile. Sono rimasto folgorato dal lavoro di Achille Castiglioni. All'Italia devo molto: ho completato i miei studi post-universitari in Design industriale proprio in questo Paese e mi sono specializzato con un altro grande maestro, Ettore Sottsass”.
Anche per questo, ci piacerebbe rivolgesse un pensiero all’Italia, che quest’anno festeggia i 150 anni dalla sua Unità.
“Dopo 150 anni la bandiera italiana tricolore deve essere il simbolo per gridare finalmente a piena voce la passione e l'amore degli italiani per la loro arte, la loro antichissima cultura e la loro straordinaria creatività!”
Sedia romantica per due realizzata da karim Rashid per Veuve Cliquot.
Rashid in mostra alla Triennale
Il ritratto di Karim Rashid alla Triennale di Milano, realizzato con la collaborazione di Ceramica Cielo, Martini, Novacolor e Velux, è un percorso di 400 mq dedicato alla sua opera, alla sua carriera, al suo ingegno attraverso l’esposizione di alcuni dei suoi progetti e prodotti realizzati per alcune delle più importanti aziende a livello mondiale. Video, disegni, installazioni ma soprattutto oltre 100 pezzi o “blobjects” - come li definisce Rashid – curvilinei, smussati, dalle linee morbide sono esposti a teatro su pedane rialzate o proiettati a muro.
Ecco quindi lo storico cestino Garbo realizzato nel 1996 e riprodotto in 2 milioni di pezzi, gli oggetti di design democratico realizzati per Method e Dirt Devil e così via fino alle ultime novità: dal piatto doccia Tatoo firmato da Rashid per Cielo, dove sei fantasie diverse disegnano come tatuaggi la superficie ceramica, alle tende oscuranti create per Velux. La luce, altro elemento caro a Rashid è a cura di Martini, azienda leader nell’ambito dell’illuminazione tecnica che unisce a sistemi altamente performanti la passione e la cultura della luce.
La mostra a ingresso libero è aperta dal 12 al 17 aprile alla Triennale di Milano in Viale Alemagna 6 (orari: 10.00-22.00).
Giusi Galimberti