06/10/2011
Chi non ha mai sognato avventure straordinarie alla guida di una macchinina di latta? Quanti hanno sfidato gli amici nel gioco della trottola o sono rimasti incantati dalle storie raccontate nel teatrino delle marionette? Una volta scelto il compagno di mille avventure, il nostro giocattolo preferito, difficilmente lo si lascia o lo si dimentica. Esistono oggetti che più di altri racchiudono in sé una magia speciale; oggetti che, solo al vederli, sanno riportarci indietro nel tempo evocando ricordi, emozioni, sensazioni dimenticate ma ancora presenti nella memoria.
Questa magia e questa spensieratezza “da bambini” si ritroveranno da Co&Co il locale torinese dove Coquillage e Collezionismo convivono in un inedito abbinamento, dal 15 ottobre al 12 Novembre, nella mostra 1930-1960: COSI’ GIOCAVAMO IN ITALIA – Il giocattolo italiano scomparso (clicca qui per vedere le foto) - dedicata ai giocattoli di una volta. L’allestimento, curato dai collezionisti torinesi Bossina e Cravetto, è una piccola “chicca” che trasforma il locale in un viaggio nella memoria.
In esposizione oggetti prodotti da aziende artigiane torinesi ormai scomparse, rari e molto interessanti, alcuni dei quali appartenenti a collezioni private e quindi mai esposti: modelli di auto (dalle Alfa e Maserati della Ingap alla Ferrari della Marchesini, fino alla preziosissima Lucciola di Patria), auto elettriche, locomotive, trenini (le Littorine della Zax e dell'Alpia), motoscafi (Zax, Alpia e Ventura) e, per le bambine, bambole Lenci, case delle bambole, negozi (drogheria Zax e il negozio Tonè)...
La Lucciola, auto elettrica costruita a Torino nel 1949 in 200 esemplari veniva venduta sempre nel 1949 all'astronomico prezzo di 200.000 lire e l’auto Domo, costruita a Bologna dal 1948 e dotata di due motori elettrici (uno per la trazione ed uno per lo sterzo), costava 85.000 lire e veniva usata per organizzare gimcane soprattutto nelle sale giochi dell’epoca.
Beatrice Parini