Ma davvero la Terra va a cottura?

Certi scienziati insistono a parlare di riscaldamento globale. E intanto gli aborigeni dell’Australia, dove dovrebbe imperversare il solleone, devono indossare la pelliccia d'orso.

21/12/2010
Un'eccezionale ondata di freddo ha colpito l'Australia e la Nuova Zelanda, dove in realtà è già estate.
Un'eccezionale ondata di freddo ha colpito l'Australia e la Nuova Zelanda, dove in realtà è già estate.

Gli ignoranti non hanno diritto di tenere cattedra. Ma di fare domande, sì. Eccone una, che è proprio da sprovveduti. Questa: ma la scienza, è davvero una cosa seria? Ci rendiamo conto di essere lontani da ogni livello culturale, sia pure minimo. Ma prima di essere posti dietro la lavagna, con le orecchie d’asino, proviamo pedestremente a spiegare la nostra curiosità.

Per esempio, guardando la neve che scende dietro la finestra, vorremmo sapere qualcosa di più sul riscaldamento globale. Con questa premessa: è vero che noi italiani, e forse non solo noi, nelle faccende climatiche siamo un po’ isterici. Bastano cinque gradi sotto zero, cinque e non cinquanta, per sentire i Tg che parlano di temperature polari e compiangono la nostra penisola, pressata com’è nella morsa del gelo. E d’estate, l’opposto. Insomma, dovremmo capire una buona volta che d’inverno fa freddo e a Ferragosto fa caldo. Però ci sono dei limiti alla nostra comprensione, e uno è appunto costituito dalle teorie scientifiche.

Vada uno scienziato in un qualunque aeroporto, o in una autostrada innevata, e provi a sostenere che la Terra sta andando a cottura. Difficile che la gente in coda se ne senta confortata. Possibile pure che qualcuno reagisca in malo modo. Ma come. Eravamo già in apprensione per gli oceani che cominciano a fare bollicine, per Venezia che va ancor più a fondo, per lo spostamento sulle Alpi di arie tropicali, e intanto ci si dibatte fra gelo e tormente. Mezzo mondo bloccato, non solo nella Firenze del Medio Evo ma in orgogli tecnologici come Francoforte e Londra. E devono mettere una pelliccia d’orso gli aborigeni dell’Australia, dove dovrebbe imperversare il solleone e invece fiocca a larghe falde.

Beh, l’ignorante ha detto la sua, o quasi. Ci sarebbe in effetti qualche aggiunta. Esemplare la mucca pazza, che ha ucciso meno persone di quelle colpite dai fulmini o da api infuriate. Comiche le epidemie influenzali, esotiche o aviarie, che si sono ridotte a raffreddori mentre i vaccini finivano fra la monnezza e le case farmaceutiche si arricchivano. Tragiche le illusioni ai malati, con l’annuncio di scoperte che saranno perfezionate fra mezzo secolo.

E si potrebbe continuare, fra le diete che fanno bene oppure fanno male, il vino che forse rende alcolisti o forse è un corroborante, il jogging che un po’ aiuta il fisico e un po’ fa venire l’infarto. Eccetera. Ma limitiamoci a domandare, di nuovo, se la scienza è una cosa seria. Anzi, proviamo a dare una risposta. La scienza, in genere, lo è. Certi scienziati, no.

Giorgio Vecchiato
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Postato da Francg il 30/12/2010 17:39

Io credo che a commentare le nostre intuizioni siano soprattutto i cicli climatici. La storia insegna e lo fa come un frofeta che con le sue ispirate dichiarazioni rende veritiera ogni era.

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